«Discriminazioni addio» Le nozze gay all’inglese

Corriere della Sera 30 marzo 2014 – Paola De Carolis

Allo scoccare della mezzanotte il primo sì. Da Brighton a Londra folle di amici, attivisti, fotografi, un tripudio di flash, riso e applausi per gli sposi. C’è chi critica, la chiesa anglicana rimane divisa, idem il partito conservatore, ma la legge è entrata in vigore. Il matrimonio in Inghilterra è uguale per tutti.
Serviva, dopo l’arrivo delle unioni civili per coppie gay e lesbiche nel 2005? Non ci sono diritti aggiuntivi, se non quello di chiamarsi ufficialmente moglie e marito, ma è un riconoscimento che fa la differenza. «E’ un passo importante, anche se non necessariamente quello definitivo, verso la vera uguaglianza» sostiene Peter McGraith, che presso il municipio di Islington, a Londra, ieri ha sposato David Cabreza dopo 17 anni insieme. «Pochi Paesi al mondo danno a cittadini gay e lesbiche gli stessi diritti matrimoniali. Il cambiamento della legge in questo Paese darà forza e fiducia a chi in Nigeria, Uganda, Russia, India e in altri Paesi è criminalizzato per via del suo orientamento sessuale».
Per i tre principali partiti politici si tratta di «un giorno storico». Lo è in particolare per il liberal democratico Nick Clegg, che dall’infanzia del governo di coalizione ha fatto pressione sul premier David Cameron. Nonostante il suo partito rimanga parzialmente contrario, il primo ministro alla fine ha ceduto. «Se un solo giovane che temeva la reazione del mondo verso le sue preferenze sessuali oggi si sente più sicuro, più forte, più alto per me vuol dire che entrare nella coalizione è valsa la pena», ha sottolineato Clegg estendendo i propri auguri alle coppie che si sono sposate o sono in procinto di farlo. Cameron, che stando ai sondaggi non ha acquistato un solo voto appoggiando la modifica della legge e ha perso il sostegno di diversi suoi deputati, non si è lasciato sfuggire l’occasione di riconoscersi qualche merito. «Siamo un Paese — ha scritto sul sito web Pink News — che continua ad onorare la sua orgogliosa tradizione di rispetto, tolleranza e uguaglianza». Su Twitter si è poi congratulato con tutti i neo sposi.
Il leader laburista Ed Miliband ha invece voluto ricordare che «la battaglia per la vera uguaglianza non è ancora completamente vinta». Nel caso di decesso, ad esempio, solo i contributi alla pensione dal 2005 in poi sono trasferibili da un marito o una moglie all’altro. I pregiudizi rimangono, se è vero, come indica una ricerca della Bbc , che un quinto del Paese ha rifiutato un invito a un matrimonio gay.
Se per la legge l’uguaglianza esiste, la chiesa anglicana sarà costretta a trovare una posizione coerente. L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, sostiene che la sua chiesa dovrà allentare l’opposizione ai matrimoni dello stesso sesso: «Il Parlamento ha parlato, la legge è cambiata, accettiamo la situazione». «Per la Chiesa — ha sottolineato invece il vescovo di Norwich — il matrimonio rimane tra una donna e un uomo». La legge in pratica dà allo Stato il dovere di considerare coppie gay e lesbiche allo stesso modo, ma lascia alla Chiesa la possibilità di non riconoscere agli omosessuali gli stessi diritti matrimoniali. Per Welby si tratta di una legge «disordinata, ma — ha aggiunto — possiamo vivere con un po’ di disordine».

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