Boldrini: «La politica ascolti le donne. Serve un piano straordinario»

Corriere della sera   26 novembre 2017   –  Virginia Piccolillo

La presidente della Camera dopo la giornata alla Camera con 1300 donne. «Spiace che l’evento non abbia sollevato l’attenzione di un solo uomo politico»

Milletrecento donne accolte alla Camera. Mogli massacrate, madri di ragazze uccise, schiave gettate sulla strada, adolescenti perseguitate, che hanno preso la parola, con coraggio, in un’aula attenta, indignata, commossa, per spiegare cosa si può fare per fermare la violenza. Presidente Laura Boldrini, e adesso?

«Adesso tutti siamo chiamati a dare risposte. Credo che l’iniziativa forse non sia stata colta nella sua importanza dagli esponenti politici, tranne rare eccezioni. Invitare in aula le donne a parlare di violenza, con la loro forza e la loro determinazione, non è mai accaduto nel nostro Paese e credo nemmeno altrove».

Un’iniziativa toccante e di alto valore simbolico. Teme che resti tale?

«Ho voluto che fossero ricevute nel luogo più solenne. E in quell’aula, piena di tensione emotiva, oltre a racconti commoventi sono state pronunciate parole concrete. Proposte pertinenti e calzanti. Ora non si può fare finta di niente».

A quali si riferisce?

«Ce ne sono state diverse. Dal rendere la giustizia più veloce, a far scontare una pena certa a chi commette violenza su una donna o la uccide, alla richiesta di formare personale preparato in tutti gli ambiti. Di fronte a certe mancanze di tutela, denunciate negli interventi, l’aula ha gridato: “Vergogna”».

La storia di Antonella Penati che ha visto uccidere il figlio Federico dal padre in ambito protetto?

«Certo. Nessuno ora può ignorare la necessità di tutelare meglio i figli di padri violenti. La mamma di Tiziana Cantone, la ragazza morta suicida, ha chiesto che le piattaforme digitali siano obbligate per legge a rimuovere video come quello. Sul modello della Germania, pena multe salatissime. E ha ricordato che in Italia manca una legge sul cosiddetto Revenge Porn: l’utilizzo di materiale intimo senza il consenso dell’altro. Certo spiace…».

Spiace cosa?

«Mi aspettavo che le storie ascoltate a Montecitorio sollecitassero una riflessione, interventi di sdegno. E’ come se quelle donne non avessero parlato. La loro testimonianza viene relegata a “cose da donne”. Ma perché? L’antisemitismo e il razzismo indignano anche coloro che non sono parte in causa. La violenza sulle donne no. Sono quasi sempre le donne a reagire, anche se è causata dagli uomini».

Macron ha annunciato un piano antiviolenza. Cosa ne pensa?

«Macron annuncia uno stanziamento da 420 milioni di euro in 5 anni. E’ un grande investimento. In Spagna hanno fatto anche di più: un miliardo in 5 anni. Sono scelte politiche».

Lei, in aula, ha esortato il governo. E’ soddisfatta della risposta della Boschi?

«Ha annunciato un piano anti-violenza da 33 milioni di euro. C’è stato un aumento rispetto al passato. Però un tema così centrale, merita uno sforzo aggiuntivo».

A cosa pensa?

«Un piano straordinario per l’occupazione femminile. Aumenterebbe il Pil. Non farebbe precipitare il Paese nel declino della natalità. E, restituendo autonomia alle donne, diminuirebbero le violenze. Infine norme di contrasto. Ne abbiamo individuate 10».

C’è chi lamenta lo svuotamento di quella contro lo stalking.

«Fortunatamente,stiamo riparando con un emendamento. Ma nelle audizioni dell’intergruppo delle deputate da me istituito è emerso anche altro».

Ovvero?

«Allargare il reato di istigazione all’odio anche ai motivi di genere. Applicare la sorveglianza speciale all’indagato per violenza domestica a tutela dei figli. Legittimare le associazioni anti-violenza a costituirsi parte civile. Fare trattamenti psicologici ai condannati per reati sessuali. Destinare il 50% della retribuzione dei detenuti per atti di violenza alle vittime. Procedere d’ufficio in tutti i delitti di atti sessuali con minorenni».

Le donne ce la faranno?

«Ne sono sicura. Purché escano dalla sindrome della minoranza. Siamo il 51%. Dobbiamo esigere ciò che è giusto. E parlare. Il caso Weinstein qui non è esploso. Sarei contenta se fosse perché non ci sono molestatori. Ma temo che da noi abbia la meglio la paura di denunciare. Però il silenzio isola. E’ la parola quella che dà il riscatto. Per questo in aula è stato importante ascoltare la parola delle donne»

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