La Repubblica 13 aprile 2019 – Brunella Giovara
Ottocento firme di professori e studenti
Ma « c’era proprio bisogno di farlo venire qua? Cos’è? Una provocazione? » . L’università di Pavia invita il senatore leghista Simone Pillon a una tavola rotonda quasi pubblica, ed ecco gli studenti protestare, una ottantina di docenti prendere le distanze con un documento che lo accusa di aver partecipato al convegno di Verona, «che ha riunito movimenti globali antiabortisti, esponenti della destra radicale, cristiana e integralista».
E le esponenti di ” Non una di meno” scendere in piazza, lui ha paragonato i loro slogan a « un gracidare di rane, succede così quando si butta un sasso nello stagno » . Chi protestava, fuori dall’Aula magna, ha quindi raddoppiato gli sforzi, essendo peraltro impossibile partecipare alla tavola rotonda, selezionati gli ingressi, pochissimi studenti ammessi, gli altri relegati in un’aula lontana e collegati solo in streaming, ma senza diritto di parola.
Giulia Scanavino, vicesegretaria del Coordinamento per il diritto allo studio: « Abbiamo raccolto 800 firme, tra professori, ricercatori, studenti ed ex studenti di Pavia. L’ateneo non può prestarsi a fare uno spot elettorale per Pillon, soprattutto alla luce della condanna per omofobia appena pronunciata nei suoi confronti » .
Perché « il senatore non rispecchia i valori della nostra università » , e il suo disegno di legge « non va modificato, va ritirato » . Quindi urla, fischi, un grande papillon rosa shocking con su scritto ” No Pillon”, e molta polizia a tenere lontani i manifestanti, mentre all’interno si discuteva, e il docente promotore dell’iniziativa, Carlo Rimini ( insegna Diritto di famiglia), esordiva dicendo «non possiamo far finta di non sentire le parole di chi protesta là fuori » , e spiegando le « molte perplessità » di fronte al disegno di legge, e «il dubbio che questo nasconda una discriminazione di genere».
Dopo di che Anna Cattaneo, presidente della IX sezione del tribunale di Milano (dedicata esclusivamente al diritto di famiglia) analizzava il testo, sostanzialmente smontandolo e definendolo « non ben scritto » , oltre che discutibile in molti suoi punti. E il senatore? Ha spiegato il testo che porta il suo nome, ha detto che ci si sta ancora lavorando per « arrivare a una legge veramente equilibrata», che «solo il primo incontro di mediazione è obbligatorio » , mentre in piazza le donne di ” Non una di meno” gli rispondevano che « la mediazione è un assurdo, quando si è vittime di abusi e violenze » .
Rossana, ad esempio: «È un personaggio molto discutibile, omofobo e sessista, è scandaloso che sia stato invitato e che a tutti noi sia invece stato vietato l’ingresso » . « Pillon sta scoprendo sulla sua pelle che ogni sua uscita mobilita le persone contro di lui», diceva ieri sera Luca Paladini, dei Sentinelli di Milano, «evidentemente questa è una presa di coscienza non solo femminista ma di una buona fetta della società, indignata dalle sue politiche misogine e dalla sua idea di famiglia».