Open Democracy 10 febbraio 2020 – di Claire Provost e Nandini Archer Traduzione di Cinzia Ballesio
Come OpenDemocracy rivela, è necessaria una risposta contro la diffusione di informazioni false e “manipolative” che implicano “gravi rischi” per le donne e la democrazia.
Una rete globale di “centri per gravidanze inattese”, o CPC, sostenuta da gruppi anti-aborto statunitensi legati alla Casa Bianca di Trump, è stata condannata da legislatori, medici e difensori dei diritti umani per aver preso di mira le donne più vulnerabili con “disinformazione, manipolazione emotiva e falsità”.
Ci sono migliaia di questi centri negli Stati Uniti. Molti sono stati criticati per essersi presentati come strutture sanitarie neutre per le donne in gravidanza, nascondendo i loro programmi anti-aborto e religiosi. Ma la dimensione globale di queste controverse attività non era mai stata mappata fino ad ora.
Nella prima indagine di questo genere, OpenDemocracy ha inviato giornaliste sotto copertura che si sono finte donne in difficoltà con gravidanze indesiderate in diciotto paesi dove operano centri affiliati all’Heartbeat International, con sede in Ohio.
L’ indagine ha scoperto che:
· alle donne è stato falsamente detto che l’aborto aumenta i rischi di cancro e di malattie mentali, che hanno bisogno del consenso del partner per accedere all’aborto e che gli ospedali possono rifiutarsi di curarle in caso di complicazioni
· il personale incoraggia le donne a ritardare l’aborto e la contraccezione d’emergenza
· vengono forniti materiali informativi che affermano che “i preservativi non fanno un buon lavoro nel prevenire la gravidanza”
· si afferma che l’aborto aumenta i rischi delle donne di abusare dei propri figli
· si sostiene che l’aborto può far diventare gay il partner della donna
· viene fatta una pubblicità fuorviante e alcuni centri si presentano online come gruppi di supporto pro-scelta o che possono facilitare l’accesso all’aborto
· che il personale di alcuni centri pratica ecografie senza qualifiche mediche o opportuna formazione
In Italia, a una giornalista sotto copertura non solo è stato detto che avere un aborto può causare il cancro, ma che avere un bambino può curare gravi malattie tra cui la leucemia.
In Spagna, ad un’ altra giornalista è stato fornito un articolo in cui si afferma che dopo un aborto una donna ha il “144% di probabilità in più” di abusare fisicamente dei propri figli.
A Città del Messico, il personale di un centro ha falsamente affermato che una donna ha bisogno del consenso del suo partner o di un parente per un aborto e che nessun ospedale la curerebbe per eventuali gravi complicazioni.
In Argentina, ad una giornalista che ha dichiarato di essere sopravvissuta ad un abuso domestico il personale di un altro centro ha detto: “Ora, sei una vittima, ma abortire ti renderebbe complice di quella violenza”.
Heartbeat International rivendica stretti legami con la Casa Bianca. Il vicepresidente Mike Pence ne ha parlato ai suoi incontri a Capitol Hill, Donald Trump ha applaudito una decisione della Corte Suprema del 2018 a favore dei CPC e Heartbeat ha sollecitato i suoi alleati a richiedere finanziamenti dai suoi “nuovi amici a Washington “.
Più della metà dei centri che Open Democracy ha visitato fanno parte delle reti locali che hanno ricevuto denaro da Heartbeat.
In America Latina, questi centri sono supportati da Human Life International, che ha sede in Virginia. Entrambi i gruppi si oppongono alla contraccezione e all’aborto.
In risposta alle scoperte di OpenDemocracy, politici, medici e attivisti per i diritti hanno chiesto un’azione urgente del governo e nuovi regolamenti.
In Sudafrica, il vicedirettore generale del Dipartimento della Sanità Yogan Pillay ha dichiarato che i centri indagati da OpenDemocracy “stanno violando la legge e le linee guida nazionali” fornendo informazioni fuorvianti e ha promesso di intervenire.
A Città del Messico, la segretaria alla salute Oliva López ha dichiarato che il suo dipartimento aveva già ricevuto denunce dei cittadini sulla scorretta informazione fornita in questi centri e ha promesso di indagare ed eventualmente imporre sanzioni.
Anche i legislatori in Italia, Croazia, Ecuador e Argentina hanno chiesto indagini governative.
A Bruxelles, i deputati al Parlamento europeo hanno condannato le attività di questi centri e Fred Matić, relatore speciale del Parlamento europeo sui diritti e la salute sessuali e riproduttivi, ha affermato che si trattava “senza dubbio di una violazione dei diritti umani, un grave rischio per la vita delle donne e un grave minaccia alla democrazia ”.
Nel frattempo, la senatrice democratica della Florida, Cindy Polo, che ha recentemente visitato El Salvador, dove le donne sono imprigionate a causa delle leggi sull’aborto, ha dichiarato di essere “scioccata” dalle scoperte di OpenDemocracy.
Ha detto che è “spaventoso” che tali gruppi siano collegati all’amministrazione Trump, ma ha anche segnalato che i centri ottengono un grande sostegno a livello statale: “In Florida il nostro ex governatore ha dato mandato, in modo piuttosto riservato, affinchè questi centri fossero finanziati con i soldi dei contribuenti “.
Ha poi aggiunto: “Ciò che è stato più inquietante per me, come credente, è che mi trovo a combattere contro persone che credono nello stesso Dio in cui anche io credo”.
Ciascuno dei paesi dove si sono svolte le indagini di OpenDemocracy ha leggi contro la pubblicità ingannevole. Alcuni hanno anche regolamenti sulla consulenza medica secondo cui non si possono spingere le donne a prendere particolari decisioni in merito alla cura della loro salute.
In molti casi, sembra che i centri stiano violando queste leggi o che ci siano scappatoie che permettono loro di aggirarle. Alcuni centri sembrano anche violare l’ impegno di cura di Heartbeat , che richiede agli affiliati di fornire “informazioni accurate e pubblicità veritiera e onesta”.
Rispondendo alle domande di OpenDemocracy, Heartbeat ha fatto riferimento alle recenti sentenze dei tribunali statunitensi. In base ai diritti a tutela della libertà di parola del Primo Emendamento, questi tribunali hanno stabilito che i CPC non possono essere costretti a fornire alle donne informazioni sui servizi di aborto.
“Manteniamo fermamente il nostro impegno di cura … e tutte le nostre risorse di formazione progettate per l’aiuto della comunità alla gravidanza”, ha detto Heartbeat. ” Paesi diversi hanno culture proprie e differenti modi di comunicare, resta il fatto che l’aborto comporta rischi per le donne”.
“Con amore e verità, il nostro obiettivo è aiutare l’assistita a comprendere l’aborto in modo più completo, in modo che possa davvero prendere una decisione informata”.
Human Life International ha rifiutato di rispondere alle domande OpenDemocracy.
“Amici a Washington”
Heartbeat International è uno dei numerosi “pionieri” americani in ambito di CPC. Questi centri iniziarono ad essere aperti negli Stati Uniti nei primi anni ’70 a fronte della sentenza della Corte Suprema “Roe v Wade” che legalizzava l’aborto in tutto il paese.
Secondo l’analisi dei suoi documenti finanziari annuali condotta da OpenDemocracy, dal 2007 ha anche speso quasi 1 milione di dollari in tutto il mondo, comprese le sovvenzioni a più di una dozzina di gruppi e reti, in particolare quelle anti-aborto.
In America Latina, la maggior parte delle affiliate di Heartbeat fa parte di una rete supportata anche da Human Life International (HLI), che ha speso 12 milioni di dollari a livello internazionale negli ultimi dieci anni. A differenza di Heartbeat, HLI non ha rivelato i nomi dei suoi beneficiari dal 2008 ed è più difficile seguire i suoi soldi all’estero. Heartbeat afferma di aver visitato dal 2009 più di 250 uffici di membri del Congresso degli Stati Uniti per fare pressioni per i centri e il mese scorso Donald Trump è diventato il primo presidente degli Stati Uniti a partecipare a una manifestazione annuale contro l’aborto a Washington DC, sostenendo che ” i bambini non ancora nati non hanno mai avuto un difensore più forte alla Casa Bianca ”.
La stessa Hearthbeat afferma che non ottiene denaro dai contribuenti, ma sono stati distribuiti finanziamenti statali ad alcune delle sue affiliate. Nel 2017, giornalisti statunitensi hanno rivelato che le minori immigrate che hanno richiesto aborti mentre erano sotto custodia federale venivano indirizzate agli affiliati Heartbeat per consulenza.
L’anno seguente, Scott Lloyd, che era stato nominato da Trump e in precedenza aveva fatto parte del consiglio di amministrazione di una consociata Heartbeat in Virginia ed era co-fondatore di uno studio legale cristiano con sede nel quartier generale di Human Life International, è stato licenziato per avere ripetutamente manipolato richieste di aborto provenienti da adolescenti migranti. Human Life International, che si oppone anche ai diritti LGBTIQ e promuove la “pianificazione della famiglia naturale” contro la moderna contraccezione, ha una lunga storia di scandali e di clamorose dichiarazioni da parte dei suoi leader e del suo staff. Esempio ne è un blog dove nel 2018 si affermava che “l’aborto è la copertura ideale per l’incesto “.
Reti mondiali di “disinformazione”
Heartbeat afferma di avere affiliati intutto il mondo “in ogni continente abitato” che pagano piccole quote annuali ( 70 dollari per gruppi internazionali) e accettano di seguire gli standard in merito a “informazioni accurate” e pubblicità.
Fuori dagli Stati Uniti openDemocracy ha trovato il maggior numero di affiliati Heartbeat in Italia: oltre 400, tra cui decine attivi all’interno di ospedali pubblici e centri di accoglienza per donne.
Heartbeat ha anche donato decine di migliaia di dollari alla rete regionale Centros de Ayuda para la Mujer (CAM), anch’essa supportata da Human Life International, e oltre 200.000 dollari alla rete Africa Cares for Life in Sudafrica.
Non è chiaro che formazione specifica abbiano ricevuto gli affiliati o i beneficiari. Tuttavia, i materiali di uno dei seminari online di Heartbeat, “sviluppati dall’esperienza degli affiliati di Heartbeat”, mostrano come si insegni agli operatori online a scoraggiare o ritardare l’accesso delle donne all’aborto e alla contraccezione d’emergenza.
I materiali di un secondo seminario online mostrano come Heartbeat utilizzi informazioni mediche errate. Ad esempio, afferma che l’aborto può aumentare i rischi delle donne di contrarre cancro e malattie mentali. Non esistiono prove mediche credibili per queste affermazioni , che sono state ripetutamente confutate da tutte le istituzioni mediche del mondo.
“Non cambiare la tua vita. È una tua decisione”
Molte delle affiliate di Heartbeat sembrano prendere di mira donne fragili ed emarginate in cerca di informazioni e servizi sull’aborto, e solo alcuni dei centri aperti su cui Open Democracy ha indagato davano informazioni online chiare in merito alle loro posizioni contro l’aborto.
In America Latina, quattro dei cinque centri che sono stati visitati sembrano fare pubblicità online come se fossero gruppi favorevoli a una scelta responsabile ed all’aborto.
In Messico, ad esempio, un centro si pubblicizza su siti Web come gruppo di supporto femminile con nomi come interrumpir-embarazo.com (“interrompi la gravidanza”) e aborto-mexico.com.
Un centro costaricano, parte della stessa rete regionale che è partner e beneficiario di Heartbeat, si pubblicizza su un sito web chiamato quieroabortarcr.com (“voglio fare un aborto”).
In Ecuador, un altro centro online scrive : “Non cambiare la tua vita. È una tua decisione”e sembra offrire pillole per l’aborto medico.
All’interno di un ospedale italiano, la giornalista di openDemocracy ha trovato poster che pubblicizzavano uno di questi centri con su scritto: “Sei preoccupata per una gravidanza difficile o indesiderata? Non stare da sola, chiamaci ” senza rivelare la posizione anti-aborto del centro.
In Uganda, dove l’aborto è illegale a meno che la vita della donna non sia a rischio, un affiliato Heartbeat in un sobborgo di Kampala pubblicizza “informazioni sull’aborto” con un cartello fuori dal suo edificio che dice: “Sei incinta e spaventata?” – proprio come gli slogan su i cartelloni pubblicitari dei centri anti-aborto negli Stati Uniti.
Colpa ed ecografie
In quasi tutti i centri, compresi quelli visitati in paesi in cui l’aborto è legale da decenni, le giornaliste sotto copertura di OpenDemocracy sono state colpevolizzate per aver considerato di interrompere la gravidanza e spinte a proseguirla in qualunque caso.
Il personale di molti di questi centri ha usato immagini per descrivere gli aborti.
In Sudafrica uno degli operatori di un centro ha detto a una giornalista che avrebbe potuto “uccidere il presidente di domani”.
In Ecuador, un’altra giornalista è stata avvertita che il suo grembo avrebbe potuto essere “distrutto” se avesse abortito.
A molte giornaliste sono stati chiesti riferimenti precisi per contattare l’uomo che le ha messe incinta.
In Ucraina, la giornalista di openDemocracy ha chiamato il numero verde di un centro fingendosi una studentessa fuori sede rimasta incinta dopo un incontro sessuale indesiderato. È stata esortata ad affidarsi alla fede e a confessarsi, oltre ad essere anche avvertita che un aborto avrebbe minacciato la sua anima, la sua salute e la sua “capacità di amare ed essere felice in futuro”.
All’interno di alcuni di questi centri, compresi quelli in Costa Rica e in Messico, il personale ha offerto alle giornaliste ecografie nell’ambito di sessioni di “consulenza” finalizzate a dissuaderle dall’aborto.
Il vice direttore generale del Dipartimento per la salute sudafricano Yogam Pillay ha affermato di essere particolarmente preoccupato per questo tipo di attività in questi centri nel caso in cui venissero svolte in Sudafrica, dove “persino gli infermieri non possono fare ecografie se non sono stati appositamente formati”.
Anche questo sembra violare le linee guida di Heartbeat sulle ecografie, secondo cui un centro che vuole offrire questi servizi deve “diventare una clinica medica”, con un direttore medico autorizzato, un’assicurazione e un tecnico qualificato.
Emily Baile durante la campagna Denuncia le finte cliniche negli Stati Uniti ha affermato che le scoperte di openDemocracy mostrano come i gruppi statunitensi hanno “esportato” molte delle “stesse bugie sulla gravidanza e l’aborto che hanno affinato qui a casa”.
“Sotto l’attuale amministrazione negli Stati Uniti, questi tipi di centri sono incoraggiati”, ha aggiunto Amy Bryant, professoressa assistente di ostetricia e ginecologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università del North Carolina.
Bryant ha affermato che l’indagine di OpenDemocracy ha documentato alcune “tattiche che non ho riscontrato negli Stati Uniti, come dire alle donne che hai bisogno del permesso di un partner”. Ma ha aggiunto che il loro intento sembra essere lo stesso: “Ingannare le donne incinte che vorrebbero abortire spaventandole con affermazioni false e ingannevoli”.
“Una questione di stato di diritto”
In totale, le giornaliste sotto copertura di OpenDemocracy hanno contattato e ricevuto consigli da più di trenta CPC in diciotto paesi, di persona o tramite i loro numeri verdi. Nella maggior parte dei casi hanno ricevuto consulenza fuorviante o manipolativa.
In Canada, la maggior parte degli affiliati di Heartbeat dichiarano esplicitamente sui loro siti Web di non fare riferimento a servizi di aborto o fornire consulenza professionale, sebbene solo circa il 40% lo inserisca nella loro prima pagina. Nella maggior parte dei paesi, questi centri non hanno chiarito le posizioni anti-aborto sui siti Web esaminati.
“Questa indagine solleva grandi preoccupazioni su questi gruppi estremisti che prendono di mira le donne in cerca di assistenza sanitaria”, ha dichiarato Ana Maria Bejar, direttrice per il patrocinio presso la International Planned Parenthood Federation.
Ha richiesto leggi e campagne di informazione per contrastare i gruppi che diffondono “miti dannosi e bullizzano le donne”.
In Argentina la parlamentare Mónica Macha ha affermato che le autorità nazionali dovrebbero indagare se i centri agiscono illegalmente e ha aggiunto: “Dobbiamo discutere della legittimità di queste organizzazioni che cercano di indottrinare sulla maternità indesiderata.
“Queste attività non danno potere a nessuno, non informano, non danno consigli … cercano solo di spaventare e creare panico per spingere le donne a prendere decisioni basate su false informazioni e trappole ideologiche. L’obiettivo è chiaro: prevenire l’autonomia delle donne “.
“Questa è una questione di stato di diritto”, ha affermato Neil Datta, segretario del Forum Parlamentare Europeo per i diritti sessuali e riproduttivi. “Ogni politico, che sia o meno d’accordo con il diritto all’aborto delle donne, dovrebbe essere molto preoccupato che le leggi del suo paese vengano eluse attraverso la disinformazione, la manipolazione emotiva e l’inganno totale”.
Articolo di Open Democracy