Financial Times, Daily Telegraph Valeria Palumbo
I nemici della ripresa post-Covid19? La parità di genere e il rispetto delle minoranze etniche. Ovvio. Sembra una battuta e invece è un antico refrain che è rispuntato addirittura in Gran Bretagna.
Come scrive il Financial Times in un interessante articolo di Robert Shrimsley, il fronte legato a Vote Leave, ovvero i promotori dell’uscita dall’Unione europea, assieme al gruppo di politici e commentatori che ruota attorno alla rivista Spectator, sta sollevando due dubbi che non sono necessariamente legati: che il lockdown non abbia senso. E che, per ripartire, si debbano rispettare quelle norme, in termini di parità salariale, quote e lotta alle discriminazioni che donne, omosessuali e minoranze etniche o religiose hanno conquistato nel corso del tempo.
Per il primo dubbio è stato creato un sito, lockdownsceptics.org, che pone, per altro, domande secche: è davvero necessario chiudere le scuole? I ventilatori funzionano? Le mascherine: servono davvero? Dobbiamo riprendere in considerazione l’immunità di gregge? E via dicendo. Per il secondo, che non è un dubbio, ma una granitica certezza («quando il gioco si fa duro…»), leva la voce Daniel Hannan su The Daily Telegraph sostenendo che «quando un milione in più di persone sono in difficoltà, qualcuno pensa forse di rendere pubbliche le differenze salariali in base al sesso?». A prima vista è una frase senza senso. In realtà nasconde una mal celata insofferenza verso le «pretese» delle donne di avere le stesse chance nel momento in cui si riparte, dopo essersi sobbarcate le fatiche dell’emergenza.
Il retropensiero è che, nell’emergenza come in guerra, a contare davvero è solo la forza bruta (o l’intelligenza «bruta» o la volontà «bruta» che evidentemente uomini come Hannan si attribuiscono). A sostegno, si dispiega una retorica, di cui i media hanno purtroppo abusato, che paragona l’epidemia alla guerra e il virus a un nemico particolarmente infido (ma quando mai, nella retorica nazionalista, il nemico è leale?). Se si parla di guerra, alcuni maschi si sentono subito soldati. Ma l’effetto non è soltanto che negli Stati Uniti si vendono più armi (quelle le comprano anche le donne), ma che si militarizza anche il dibattito politico ed economico.
Che non si tratti di un’eccentricità britannica lo dimostra anche il tweet di Donald Trump, secondo cui «alla luce dell’attacco del nemico invisibile…», bisogna chiudere le frontiere a tutti gli immigranti. È evidente, anche qui, che non ci sia un nesso tra i numeri disastrosi della pandemia negli Stati Uniti e i disgraziati che premono soprattutto dal confine messicano. Fosse solo perché l’America latina è la regione meno contaminata del mondo dopo l’Africa e ha importato il virus dal Nord e dall’Europa.
Il dubbio è: dietro queste dichiarazioni c’è l’imbarazzo di chi, come i conservatori britannici, non sanno bene come salvare le scelte-non scelte del premier Boris Johnson o la politica a getto di idrante di Donald Trump che in imbarazzo non è mai, ma confuso lo è parecchio? Oppure si nasconde altro? Perché la Seconda guerra mondiale (ahi, siamo caduti anche noi nel tranello) ha prodotto, in Italia e negli Stati Uniti, lo stesso effetto: ributtare indietro le donne che avevano pagato un prezzo salato e messo in campo uno sforzo straordinario per non far crollare la baracca che gli uomini stavano bombardando.
Ma dietro quell’ordine di «tornare a casa» non c’era soltanto la pretesa di offrire solo agli uomini un lavoro per vivere. C’era una mentalità che assomiglia molto a quella dei maggiorenti rinascimentali di Venezia che, nel 1509, diedero la colpa della sconfitta di Agnadello alle prostitute e in generale ai «costumi rilassati» delle donne. Se gli uomini non vincono le guerre, anche contro i nemici invisibili, non è colpa loro: sono stati ingannati o si sono rammolliti. E si sono rammolliti perché le donne girano impunemente a volto scoperto tra loro (è quello che sta sostenendo anche l’Isis: finalmente il virus impone la modestia alle donne, come se gli uomini non dovessero usare le mascherine). Per vincere, bisogna rimetterle al loro posto. Così la Polonia che cosa pensa di fare per prima cosa contro l’epidemia? Limitare ulteriormente il già limitatissimo accesso all’aborto legale: tipica misura di profilassi antipandemica. L’attacco per ora è fallito. Ma le donne sono avvisate.
Articolo Financial Times |