A Verona siamo scese in campo insieme a una rete enorme di associazioni in difesa dei diritti delle donne, LGBT, e dei diritti in generale contro quello che si è autodefinito il Congresso mondiale delle Famiglie e che ha visto la partecipazione di una parte significativa del governo italiano, dal ministro degli interni e vicepremier Matteo Salvini, ai ministri della Famiglia e dell’Istruzione Fontana e Bussetti. Oltre a uomini delle istituzioni, come il governatore del Veneto, Zaia e il sindaco di Verona Sboarina.
La risposta a una simile aggressione ai diritti e alle conquiste civili degli ultimi 50 anni è stata una mobilitazione senza precedenti per denunciare una precisa strategia politica a livello internazionale, con una visione misogina della storia delle donne, che non risparmia i diritti di omosessuali, Lgbt e qualsiasi forma di libertà di scelta individuale, ma che soprattutto minaccia le famiglie reali in Italia e in Europa che non si conformano a dottrine religiose e illiberali dei secoli passati.
In centomila a Verona abbiamo risposto a questa violenza, con cuore, testa e determinazione.
Ancora una volta la rete delle donne ha mosso la protesta.
Noi che da sempre ci battiamo per l’autodeterminazione dei diritti sessuali e riproduttivi, per la democrazia e la laicità dello Stato, perché ciascun individuo possa scegliere liberamente ciò che riguarda la propria vita, il proprio corpo, la propria salute, il proprio lavoro, il proprio futuro, non siamo disposte ad arretrare di un millimetro.
La forza dei movimenti emersa da Verona non deve andare dispersa perché stiamo affrontando un periodo buio ed oscurantista che mai avremmo pensato di dover rivivere e noi lavoreremo in questa direzione
.Per questo il nostro impegno non finisce con Verona, ma prosegue per contrastare questa politica illiberale e oscurantista.
Di seguito trovate una serie di articoli sul Congresso delle famiglie e sulla Contromanifestazione di Verona del 29,30 e 31 marzo