Insegnare la parità di genere ai propri figli è il primo passo verso la creazione di una società più giusta

The Vision – Federica Passarella

Nella nostra società i bambini sono spesso terreno di scontro e di conquista fra gli adulti. Lo si capisce molto bene quando si parla di educazione e di scuola e quando si tenta di introdurre nelle ore di insegnamento temi come la parità di genere, l’uguaglianza e il rispetto per le differenze. In alcune città italiane genitori e sindaci sono infatti riusciti a impedirne l’introduzione, impugnando il diritto di far scegliere alle famiglie cosa, come e quando affrontare determinate questioni con i propri figli.

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11 OTTOBRE – GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE BAMBINE

Laura Onofri

Oggi, 11 ottobre  è la Giornata internazionale delle bambine.

Le Nazioni Unite nel 2011 hanno scelto questa data perchè si rifletta a quante discriminazioni  sono ancora  sottoposte le bambine e le ragazze in tutti i Paesi del mondo.

Non è dedicando una giornata che si risolvono questi problemi, ma soffermarsi, almeno questo giorno a riflettere che la parità di genere si raggiunge anche ponendo una speciale attenzione a tutti gli svantaggi, le discriminazioni, i condizionamenti e le disuguaglianze a cui sono soggette le bambine, future donne di domani, serve a sollecitare i decisori politici su quanto ancora siamo distanti dagli obiettivi di sviluppo sostenibile sul tema della parità di genere.

Secondo le Nazioni Unite, nel mondo vivono 1,1 miliardi di bambine, ma i dati sulle loro condizioni di vita, sullo stato sociale e culturale    sono ancora carenti e in alcuni casi completamente assenti, sappiamo però che oltre la metà di loro vive in Paesi che discriminano le donne.

Alcuni dati registrano un miglioramento per quanto riguarda l’istruzione alla scuola primaria,  ma le bambine tendenzialmente vanno meno a scuola, rispetto ai loro coetanei maschi, soprattutto negli stati che hanno subito guerre o disastri naturali. Se si parla di scuola secondaria poi, le cifre si riducono maggiormente anche in paesi dove le problematiche sono minori, e soprattutto negli Stati Arabi, in Oriente, Sud Africa e Africa occidentale e centrale. Leggi il resto »

Forti e ribelli la rivoluzione delle bambine

 La Repubblica  21/2/2018                    VITTORIO ZUCCONI
Poche lacrime e più muscoli: così cresce la generazione che sta dando l’assalto alla nuova frontiera della femminilità Usa. Il cambiamento spazza via i rottami del “ sesso debole” per privilegiare la potenza come espressione di indipendenza ed energia mentale
 
Belle come ancora non sanno di essere, bardate come gladiatrici con elmi, corazze, fasce gambiere, maschere, mazze, bastoni o semplici calzamaglie e legging da ballerine, vedo le mie americane di domani uscire di casa per muovere all’assalto della nuova frontiera della “American Girl”, della femminilità Usa. Non disdegnano il rossetto della mamma e l’ombretto per farsi gli occhioni da “femme fatale” a 9 o 10 anni, nella ancora vaga intuizione della prossima pubertà con gli imperativi degli ormoni, ma più dello sguardo assassino, il loro ideale è il goal, il tackle duro, la mischia, la resistenza, sono quei muscoli che da esili e pallide fasce attorno alle ossicine fragili si formano e si irrobustiscono. Ancora non lo sanno, ma stanno cambiando l’ideale della “Great American Beauty”, della bellezza femminile, dal languore corpulento della Belle Époque alla muscolatura scolpita dell’atleta.
Addio Barbie, conigliotte col batuffolo di cotone sul sedere, 90x60x90, Marilyn e Pin-Up dagli opimi fianchi e dai seni terrazzati in eterna lotta con la forza di gravità, costruite da diete alla rovescia («Agli uomini non piacciono le magre», avvertivano le riviste anni ’30) e dai ritoccatori prima dei miracoli di Photoshop, da appendere con le puntine da disegno alle cabine dei camion o da dipingere sulle carlinghe dei bombardieri, prima che i comandi della Air Force le vietassero.

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Dalle sorelle Brontë a Margherita Hack:cento storie di donne vere, vincenti, ribelli

La Stampa Tutto Libri   12 marzo 2017   – Nadia Ferrigo

«Alle bambine ribelli di tutto il mondo: sognate più in grande, puntate più in alto, lottate con più energia. E, nel dubbio, ricordate: avete ragione voi». Questa la dedica di Storie della buonanotte per le bambine ribelli , edito da Mondadori e a pochi giorni dalla pubblicazione in testa alla classifica italiana dei libri più venduti.

È la versione italiana di Good Night Stories for Rebel Girls, ideato da Elena Favilli, imprenditrice e giornalista, e Francesca Cavallo, autrice e regista teatrale. Vivono a Venice, in California, e sono le ideatrici di Timbuktu Labs, laboratorio di innovazione dei media per l’infanzia: dai libri ai laboratori interattivi, possono contare su due milioni di utenti in più di 70 Paesi per «costruire una comunità globale di genitori progressisti». Il volume raccoglie cento favole della buonanotte con protagoniste «cento donne straordinarie del passato e del presente che possano fare da modello positivo per le bambine», illustrate da sessanta artiste di tutto il mondo, dall’italiana Elisabetta Stonich alla sudafricana Thandiwe Tshabalala. Ancor prima di essere pubblicata, la raccolta ha incassato un record: è il libro più finanziato della storia del crowdfunding.   Leggi il resto »

Il dottore che aiuta le donne in India

Internazionale 5 luglio 2016 – Portfolio

A Pune, in India, in un paese in cui sono comuni le discriminazioni verso le donne, il dottor Ganesh Rakh assiste gratuitamente le pazienti nel suo ospedale, il Medicare hospital.

Per combattere i pregiudizi che circondano la nascita di una figlia femmina nelle famiglie indiane, Rakh ha deciso di festeggiare la nascita delle bambine, di vaccinarle e di curarle gratuitamente. Anche le donne adulte che sono state vittime di violenza o sono state sfregiate con l’acido dai loro compagni possono ricorrere alle cure gratuite e alla chirurgia plastica nel Medicare hospital.

In India le violenze contro le donne sono molto diffuse, nel 2014 sono stati denunciati 36.735 stupri, avvenuti soprattutto all’interno delle mura domestiche. Secondo i dati raccolti dalla Bbc, ogni 14 ore una donna viene violentata.

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