Le catene che imprigionano gli uomini

Azione 7 settembre 2020 – Stefania Prandi

Intervista – Bambini, ragazzi e adulti vengono condizionati dagli stereotipi di genere, che li penalizzano. Ci spiega come Maria Giuseppina Pacilli, professoressa di Psicologia sociale e autrice di Uomini duri. Il lato oscuro della mascolinità

Fin da piccoli ai bambini viene detto di comportarsi da «maschietti», sollecitandoli a «non fare le femminucce» quando piangono, hanno paura oppure si lamentano. Crescendo, l’esortazione da parte di adulti e coetanei continua, trasformandosi nell’imperativo di diventare «veri uomini». Ma cosa significa esattamente essere «veri uomini»? La domanda può fare sorridere chi pensa che maschi si nasca, con un corredo di ormoni specifici, tra i quali primeggia il testosterone, e con caratteristiche fisiche e psicologiche ben definite, che vanno dalla forza, alla predisposizione al comando e alla razionalità.

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Insegnare la parità di genere ai propri figli è il primo passo verso la creazione di una società più giusta

The Vision – Federica Passarella

Nella nostra società i bambini sono spesso terreno di scontro e di conquista fra gli adulti. Lo si capisce molto bene quando si parla di educazione e di scuola e quando si tenta di introdurre nelle ore di insegnamento temi come la parità di genere, l’uguaglianza e il rispetto per le differenze. In alcune città italiane genitori e sindaci sono infatti riusciti a impedirne l’introduzione, impugnando il diritto di far scegliere alle famiglie cosa, come e quando affrontare determinate questioni con i propri figli.

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Della mobilitazione contro il ddl Pillon e dei nostri diritti

Laura Onofri

A chi mi chiede se sono soddisfatta della mobilitazione di ieri contro il disegno di legge Pillon rispondo: sì,  ma solo in parte!

Sono soddisfatta per le tante presenze,  a Torino, oltre duemila, che in un pomeriggio piovoso hanno voluto testimoniare la loro forte contrarietà a questa proposta di legge; sono soddisfatta per l’alto livello degli interventi che si sono succeduti sul palco, donne e uomini che spendono la loro vita professionale a favore dei diritti, dei bambini, delle famiglie, hanno spiegato con competenza, passione e grande empatia, perchè questo disegno di legge deve essere ritirato; sono soddisfatta di come tutte le persone sono state attente, direi quasi rapite dagli interventi, manifestando solo alla fine di ogni contributo,  la  loro forte preoccupazione per una riforma che danneggia i bambini, le persone più fragili, quelle più svantaggiate; sono soddisfatta della grande forza e unità che il movimento delle donne e quello dei diritti più in generale, stanno ritrovando,  compatti in un obiettivo comune: fermare questo pericoloso cambiamento normativo. Leggi il resto »

Un figlio o il lavoro: diventare madre comporta un taglio del salario del 35%

La Repubblica 5 luglio 2017          Chiara Saraceno

L’ultimo rapporto dell’Inps ha calcolato il prezzo che pagano le donne in termini retributivi quando scelgono la maternità

Decidere di avere un figlio per una donna occupata è rischioso sul piano economico. Non solo perché, ovviamente, aumentano i costi diretti, ma perché mette a rischio la continuità occupazionale ed anche se questa tiene, provoca nel medio e lungo periodo una perdita secca sul piano salariale, quindi in prospettiva anche sulla pensione futura. Il rapporto annuale Inps di quest’anno ha stimato l’ordine di grandezza di questo costo per le occupate nel settore privato.

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“Dalla parte dei più deboli” di Rosanna Paradiso

Rosanna Paradiso – 15 gennaio 2015

Di chi stiamo parlando? Di 8,6 milioni di bambini orfani in Nigeria.

Questi bambini sono facili vittime di forme diverse di stigmatizzazione. Spesso gli orfani a causa dell’AIDS vedono ricadere su di sé anche lo stigma attribuito ai loro genitori, pertanto non incontrano il sostegno della comunità, vengono spesso isolati e mandati via dai restanti membri della loro stessa famiglia. La loro vulnerabilità li rende degli “esclusi”. Non hanno accesso alle cure sanitarie, all’istruzione, non ricevono nessun tipo di sostegno da un sistema del welfare che in Nigeria non si è mai strutturato. Leggi il resto »