Tutta mia la città

in.Genere     28 giugno 2017   – Claudia Bruno

Dai grandi centri alle periferie, la mappatura dei tessuti urbani riparte dai quartieri per capire come le donne vivono gli spazi. Ne parliamo con Keti Lelo di Mapparoma ed Eleonora Gargiulo di Freeda

 

Tempo fa, in un’intervista, la sociologa urbana Francesca Zajczyk lanciava su inGenere un appello: istituire nelle amministrazioni locali la figura del gender city manager per progettare territori più inclusivi. Una figura che già esiste in città come Vienna e Stoccolma, all’avanguardia nel settore della pianificazione urbana. Adesso, mentre Torino si impegna a fare fare da apripista in Italia, nascono e si evolvono nuovi progetti e strumenti per ripensare le città tenendo conto dell’esperienza che le donne hanno degli spazi.

La tendenza sembra quella di ripartire dai quartieri, unità a più stretto contatto con le vite delle persone. È quello che prova a fare la piattaforma open source Mapparoma, che con l’aiuto di software statistici e di analisi territoriale (GIS) ha iniziato a mappare le zone urbanistiche che nella capitale rispecchiano con maggiore veridicità le variazioni territoriali. “Nella città queste zone corrispondono ai quartieri” ci spiega Keti Lelo, geografa e docente di economia urbana all’Università Roma Tre, tra i ricercatori che hanno dato vita al progetto.  Leggi il resto »