Presentazione “Coppie e famiglie. Non è questione di natura” di Chiara Saraceno

COPPIE E FAMIGLIE. NON È QUESTIONE DI NATURA

di Chiara Saraceno Ed. Feltrinelli

 

Martedì 12 Febbraio 2013 ore 18

presso la Fondazione dell’Avvocatura Torinese Fulvio Croce

Via Santa Maria, 1 Torino

 

Saluti di:

Marco D’Arrigo, Presidente Fondazione dell’Avvocatura Torinese “Fulvio Croce”

Intervengono oltre all’autrice:

Stefanella Campana, giornalista

Assunta Confente, Consigliera Ordine degli Avvocati di Torino

Laura Onofri, Referente Se Non Ora Quando – Comitato di Torino

Famiglia e coppia sono tra le istituzioni sociali più oggetto di regolazione che ci siano. È la società che di volta in volta definisce quali dei rapporti di coppia e generazione sono “legittimi” e riconosciuti come famiglia, e quindi hanno rilevanza sociale e giuridica, e quali invece non devono avere riconoscimento e sono lasciati nell’informalità, quando non nell’illegittimità. Storicamente e nelle diverse culture queste definizioni sono cambiate, così come sono mutati i soggetti cui è riconosciuto il diritto/dovere di normare che cosa è famiglia e quali sono le obbligazioni e responsabilità connesse ai legami familiari, la distinzione, o viceversa l’assimilazione, tra coppia e famiglia. Le differenze normative e culturali nei modi di intendere e regolare la famiglia, i rapporti di coppia e di generazione oggi sono rilevanti anche all’interno della sola area dei paesi sviluppati, e vengono ulteriormente accentuate dai fenomeni migratori. Su queste differenze si innestano i mutamenti prodotti da un lato dall’invecchiamento della popolazione, dall’altro dall’aumento delle coppie di fatto, dalla richiesta delle coppie omosessuali di vedersi riconosciuti i propri legami di coppia, dalle possibilità offerte dalle tecniche di fecondazione assistita che rompono l’ovvietà del legame biologico tra chi è genitore e chi genera. Sono cambiamenti cui i paesi danno risposte parzialmente diverse e che in Italia cominciano a essere affrontati solo ora.

“Se Crescono le Donne, Cresce il Paese”: campagna SNOQ per il voto 2013

ADESSO, SENZA LE DONNE NON SI GOVERNA!

Se crescono le donne, cresce il Paese

Torino, Giovedì 20 dicembre 2012

È nata a Torino “Se Crescono le Donne, Cresce il Paese” la prima campagna sociale a favore di una effettiva democrazia paritaria. È una campagna multimediale che ha ottenuto il patrocinio della Fondazione Pubblicità Progresso e verrà pianificata sulle emittenti nazionali e su tutti i media locali che vorranno ospitarla: tv, radio, affissione e web.

Sarà presentata giovedi 20 dicembre a Roma dal Comitato Nazionale “Se Non Ora Quando?” che lancia l’appello a tutti i partiti e movimenti politici: “Vogliamo un Paese anche per donne”. Alla vigilia di un importante appuntamento elettorale, SNOQ avanza precise richieste a cominciare dalla formazione di liste paritarie con l’alternanza donna-uomo, ma anche la riduzione drastica dei costi della politica e misure che vanno dal welfare al lavoro, dalla maternità-paternità al contrasto della violenza, dalla rappresentazione rispettosa delle donne ai diritti civili senza discriminazioni.

Lo spot, nato da un video di Cristina Comencini, ricorda in modo semplice e diretto che “senza le donne non si governa”. Patti Smith ha regalato la sua canzone più bella “People have the power”, Claudia Pandolfi e Valentina Lodovini sono le testimonial. La campagna, ideata e coordinata da Elena Rosa, è stata realizzata a Torino dalla 3D comunicazione e dalla Action Produzioni, con la direzione creativa di Margherita Trezzi.

Lo spot, il radiocomunicato e i due soggetti affissione saranno disponibili sul sito giovedì al termine della conferenza stampa di Roma.

“Se Non Ora, Quando?” è un’Associazione nazionale senza fini di lucro, apartitica, indipendente ed autofinanziata con oltre 120 comitati territoriali che agiscono in base alla propria realtà. Vi aderiscono donne di ogni orientamento culturale, religioso, politico, dentro e fuori le istituzioni, impegnate perché in Italia si affermi una effettiva democrazia paritaria.

Informazioni sulla campagna sul sito SNOQ Nazionale: www.senonoraquando.eu

Lo stupro visto da Shakespeare

Succede a Milano al Teatro i. Uno spettacolo dedicato alla figura di Lucrezia, suicida dopo la violenza. Segue dibattito (e c’è anche GiULiA).

Giovedì 13 dicembre 2012 23:06
 
GiULiA Giornaliste
 
Camilla Gaiaschi
 
La violenza di genere raccontata da William Shakespeare. La troviamo in questi giorni a Milano, al Teatro i, dove il regista Valter Malosti porta in scena, fino a lunedì, “Lo stupro di Lucrezia”, interpretato da Alice Spisa, Jacopo Squizzato e dallo stesso Malosti. Non un’opera teatrale, ma uno dei due poemetti – poco noti al grande pubblico – che il drammaturgo e poeta inglese dedicò a Henry Wriothesley, III conte di Southampton (l’altro è “Venere e Adone”, già adattato da Malosti che lo ripresenterà domenica dopo “Lo stupro” sotto forma di concerto).
 
Il testo, dedicato alla figura di Lucrezia che stuprata da Tarquinio si toglie la vita per la vergogna, colpisce per la sensibilità con la quale Shakespeare affronta il tema della violenza di genere attraverso l’uso di un io narrante femminile. La voce della donna, il suo lamento dopo lo stupro, è al centro della sua scrittura che diventa ora una meditazione filosofica sul senso del dolore ora un flusso di coscienza disperato: “L’indagine che Shakespeare conduce nell’animo di una donna che ha subito violenza non trova eguali in nessuna opera letteraria dell’epoca fino, forse, a tutto il 900”, spiega Malosti. Dopotutto, Shakespeare è sempre stato attento a quelle che oggi chiameremmo le questioni di genere: “basti pensare ai numerosi riferimenti nella sua opera, più o meno espliciti, al tema dell’identità sessuale, da cui emerge un tentativo di superare gli stereotipi di genere e mettere al centro la persona, che è poi quello che più apprezzo in questo autore”.
 
Lontano da qualsiasi forma di teatro sociale o civile, la regia di Malosti si concentra sui corpi e sulla voce dei due attori provenienti dalla scuola del teatro stabile che Malosti stesso dirige. E a cui insegna, da buon amante dell’ecclettismo, a navigare tra tradizione e ricerca, da Grotowski così come da Ronconi, per fare qualche esempio, nella certezza che sia “necessario superare il settarismo in cui spesso cade il teatro italiano”. “Con gli attori abbiamo fatto questo lavoro molto duro dal punto di vista fisico e dei contenuti – continua Malosti – la difficoltà forse più grande per loro nel portare questo testo in scena è stata quella di coniugare corpo e voce, concentrandosi cioè da una parte sul linguaggio della corporeità e dall’altra su un testo cinquecentesco al quale, salvo qualche taglio che ho fatto per ragioni drammaturgiche, mi sono mantenuto fedelmente”. Il risultato è una pièce che va dritta allo stomaco, cruda e commovente per la sua attualità e che proprio per questa ragione sarà seguita, nella serata di venerdì 14 dicembre, da un dibattito sulla violenza di genere a cui parteciperanno, oltre a Gi.U.Li.A (Camilla Gaiaschi), le associazioni Sportello Donna (con la presenza della psicoterapeuta Roberta Manfredini), Fondazione Ca’ Granda del Policlinico di Milano (Donatella Galloni e Elena Calabrò) e Telefono Donna (Dott.ssa Bartoccetti). Modererà l’incontro Ira Rubini di Radio Popolare.
 
L’incontro è stato proposto da Teatro di Dioniso, la compagnia di Valter Malosti, e Teatro i dopo il buon successo dell’analoga iniziativa che si è svolta a Torino il 25 novembre in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne svolta in collaborazione con il comitato torinese Se Non Ora Quando. L’appuntamento milanese è per venerdì 14 dicembre alle ore 21.00 presso il “Teatro i”, via Gaudenzio Ferrari, 11, Milano.
 
Si ringrazia per la fotografia © Giulia Caira.
 
 

“Lo stupro di Lucrezia” di Valter Malosti alle Fonderie Limone

Il Comitato Se Non Ora Quando di Torino sarà presente alle Fonderie Limone dove stasera, 20 novembre, alle 19.30, debutta in prima nazionale uno spettacolo di Valter Malosti “Lo stupro di Lucrezia” che sarà replicato fino al 2 dicembre. (Date e orari dello spettacolo sul sito del Teatro Stabile di Torino www.teatrostabiletorino.it/?projects=lo-stupro-di-lucrezia) È un adattamento teatrale dello stesso Malosti dell’opera di William Shakespeare, la storia di Lucrezia che, dopo essere stata stuprata da Tarquinio, si suicida. In Shakespeare la voce della donna si dilata e diviene uno dei più alti esempi di  meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte di una donna, attraverso una serie di lamentazioni, introspezioni, allegorie, invettive contro il Tempo, la Notte, l’Occasione.

Se Non Ora Quando, che ha organizzato a Torino dal 4 al il 14 ottobre scorso una serie di eventi contro la violenza alle donne e ha lanciato il grande appello, “Mai più complici”, ritiene utile che continui un’azione di sensibilizzazione. Per questo Se Non Ora Quando Comitato di Torino sarà presente alle Limone Fonderie in occasione di ogni replica dello spettacolo “Lo stupro di Lucrezia” anche per portare i propri contenuti e riflessioni sulle ragioni della violenza di genere, su modelli sociali e culturali stereotipati, sulla qualità della relazione con la donna e con il suo corpo.

Domenica 25 novembre dopo lo spettacolo delle ore 15.30, seguirà un dibattito sulla violenza a cura del Comitato di Torino “Se Non Ora Quando?” con Milena Boccadoro, Cinzia Ballesio e Stefanella Campana.

La violenza, svelando se stessa, svela tutte le discriminazioni contro le donne. Violenza che in Italia ha già fatto oltre cento donne morte per mano di un uomo. Femminicidi, la vergogna di un’intera società, una società che non è in grado di proteggere le sue figlie, le sue bambine, private del loro futuro, dei sogni, dei diritti fondamentali, della vita stessa.