Perché studiare la risposta immunitaria delle donne al Covid -19 è necessario per trovare più rapidamente una cura

The Vision 25 maggio 2020 di Veronica Tosetti

Agli occhi della medicina tradizionale, la donna è sempre stata considerata un “piccolo uomo”, e di conseguenza presa in considerazione nella sua specificità solo per quanto riguarda l’apparato riproduttivo (seno, utero, ovaie): la cosiddetta “sindrome da bikini” di cui a soffrire è la medicina stessa, ma di cui ne fanno le spese tutte le donne.

 La disparità di trattamento tra uomini e donne nella Sanità, che riguarda numerosi aspetti, dai pregiudizi dei medici nei confronti delle donne che lamentano dei sintomi, all’ostracismo di procedure ginecologiche come l’Ivg (Interruzione volontaria di gravidanza), fino a sovrastimare o sottostimare a seconda dei casi, ma sempre ingiustificatamente, la loro soglia del dolore.

Un altro aspetto che viene costantemente ignorato è la differenza fisiologica che intercorre tra i corpi degli uomini e delle donne: pur essendo soggetti alle medesime patologie, infatti, possono presentare sintomi, progressione di malattie e risposta ai trattamenti molto diversi tra loro. Questo aspetto è emerso anche per quanto riguarda il COVID-19: l’infezione da SARS-CoV-2 produce effetti diversi negli uomini e nelle donne.

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Covid-19. Anche l’epidemia è una questione di genere

Quotidiano sanità 25 maggio – Maria Teresa Sorrentino, Paola Borelli, Rosella Zerbi, Chiara Rivetti

Gentile Direttore,
le donne che in questi mesi hanno dovuto proseguire il lavoro (Anaao in particolare parla delle sanitarie e delle mediche soprattutto, ma le criticità sono state vissute da tutte colore che hanno continuato a lavorare) hanno pagato un prezzo molto alto, in una società in cui la distribuzione del lavoro di cura è già, per usare un eufemismo, ineguale.

La chiusura delle scuole, con i figli forzatamente  a casa, ed il venire meno del sostegno dei nonni (quando presenti) per preservarli dal rischio di contagio, hanno ulteriormente complicato la loro vita, aggiungendo alla fatica fisica ed allo stress emotivo enormi problemi organizzativi. Non è stata rara anche una vera e propria distanza fisica , oltreché emotiva, imposta e difficile da tollerare nei confronti di bambini ed adolescenti già provati dalle ripercussioni della improvvisa interruzione della loro vita scolastica e di relazione.

La situazione è molto complessa e urgente perché le attività lavorative stanno riprendendo ma le scuole rimangono chiuse e anche la previsione di apertura dei centri estivi non sarà semplice, date le giuste restrizione previste per evitare il contagio. 
Spesso entrambi i genitori lavorano e per affrontare questi mesi sono state già esaurite tutte le ferie arretrate. 

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IL COMPITO DELLO STATO

Questo è il compito dello stato: scortare una bambina perché vada a scuola sicura.

QUATTRO uomini scortano UNA bambina.

(foto di copertina The Problem We All Live With, Norman Rockwell, 1964)

Questo è il dispiegamento di forze che lo stato deve attuare perché i bambini vadano a scuola sicuri. Perché tutti i bambini hanno il diritto e il dovere di tornare a scuola sicuri, perché la scuola è il compito di bambini e giovani in uno stato civile.

Lo stato deve garantire che tutti i bambini compiano il proprio dovere perché siano da adulti dei buoni cittadini. Non possono esserci altri intendimenti, se lo stato non fa questo non può aspettarsi nulla dai propri futuri cittadini.

Tornare a scuola nella fase 2 deve essere una priorità dello stato, come aprire le fabbriche in sicurezza. Non può essere rimandato di due mesi, perché questo vuol dire che la scuola non è importante, che non ha il valore educativo, formativo e sociale che invece ha.

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Quando la casa non è un rifugio sicuro: la violenza contro le donne nel Decreto «Cura Italia»

Lunedì 18 Maggio 2020 Ore 16.30-18.30 Laboratorio didattico: «Ripensare l’emergenza. Crisi, pandemia, scenari futuri»

Intervengono:

Valeria Valente – Presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Femminicidio

Laura Onofri – Responsabile Regionale di Se Non Ora Quando (SNOQ)

Modera: Marinella Belluati – Università di Torino

Modulo – La violenza maschile contro le donne: Ripensare le strategie di intervento in periodi di emergenza

Per accedere all’evento come partecipante: https://unito.webex.com/unito/onstage/g.php?MTID=ecd06164a5a518b2c654892d7b27d66a4

Iniziativa dell’Università degli Studi di Torino

Perché scriviamo appelli

Corriere della sera – La 27 ora 11 maggio 2020 – Francesca Comencini per Snoq? Factory

Siamo molto felici della risposta del presidente Conte alle senatrici che si sono rivolte a lui per chiedere un maggiore equilibrio di genere ai tavoli di esperti per la ricostruzione del Paese. Il suo impegno è importante ed è la prima risposta ufficiale ai tanti appelli in tal senso che abbiamo scritto e letto in questi giorni. Forse però, proprio in virtù del dibattito che ne è scaturito, ci siamo convinte che sia utile provare a spiegare il senso, per noi, della lotta affinché questo equilibrio avvenga.

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