Il pacchetto Ue? «Dimentica le donne. Così le disuguaglianze cresceranno»

Il Sole 24 ore – 19 giugno 2020 – Manuela Perrone

I risultati della valutazione d’impatto di genere su Next generation Eu: il Recovery Fund è «cieco da un occhio: gli investimenti privilegiano i settori a prevalenza maschile, senza prevedere correttivi»

Il pacchetto Next Generation Eu svantaggia le donne, perché sebbene le lavoratrici siano occupate soprattutto nelle attività più danneggiate dalla crisi post-Covid, gli aiuti finanziari previsti dalla Ue confluiranno invece nei settori a predominanza maschile, senza correttivi per favorire l’inclusione delle donne. È questa la conclusione di uno studio di circa 60 pagine con l’analisi dell’impatto di genere della proposta di Recovery Fund della Commissione di Ursula von der Leyen che venerdì 19 giugno è stata discussa dai capi di Stati e di governo.

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Fedeli: incentivare l’occupazione femminile è un bene per le donne e per gli uomini

Corriere della sera La 27 ora 13 maggio 2020

Ieri in Senato è iniziata la discussione sulla mozione presentata da 16 senatrici della maggioranza per un piano straordinario per l’occupazione femminile. Pubblichiamo il testo depositato dalla senatrice Valeria Fedeli

Gentile Presidente
gentili senatrici e senatori,
«Andrà tutto bene, ma niente sarà come prima«: questa sembra essere oggi la configurazione prevalente del senso comune rispetto alle prospettive di convivenza e superamento della pandemia, di rilancio dell’economia, del contrasto al non morire di fame, di ripartenza e ricostruzione. Tra ottimismo della volontà e della ragione, però, si annidano rischi che è bene rendere evidenti per poter evitare che condizionino gli scenari possibili e neghino le nostre attuali speranze su come funzioneranno le nostre società, le nostre economie, le nostre città in futuro. In una parola: la nostra vita personale, di relazione, di lavoro, la nostra società.

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Ripensare il welfare: una necessità immediata, non un lusso che viene dopo

Il Manifesto 26 aprile 2020 Cecilia D’Elia, MaddalenaVianello

#donne&lavoro/ 7. Non sappiamo cosa sia cambiato nelle famiglie in queste settimane, pensiamo però che se i mutamenti privati non sono sostenuti da politiche pubbliche, la ripartenza rischia di aggravare un’ingiustizia più che risolverla

Viviamo chiuse a casa dalla pandemia, per tutela di noi stesse e degli altri. Mai distanziamento fu più sociale di questo. La compressione nello spazio delle nostre attività ha reso più acuta la consapevolezza della cura necessaria a mandare avanti la vita. Sperimentiamo ancor più oggi, una alle prese con un figlio nato da pochi mesi, l’altra con due più che adolescenti e con i rispettivi padri, quanto possa essere grande anche per noi l’affaticamento da lavoro domestico e di cura. Noi che ci siamo sottratte a una divisione dei compiti tra i generi.

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Per realizzare nuove politiche occorre dare voce alle donne e strumenti alla Pubblica amministrazione

Corriere della sera – La 27 ora 30 aprile 2020 Daniela Carlà

È un’occasione per cambiare, per tagliare le cose che da tempo non vanno. Parole del Presidente del Consiglio nella conferenza stampa del 26 aprile. Parole di Presidente e parole sagge, anche perché di cose che non vanno nel nostro Paese ve ne sono. A partire dalla insoddisfacente presenza delle donne nei luoghi in cui si decide , con tutto ciò che ne deriva in termini di impoverimento nelle scelte e nella realizzazione delle medesime. Con la campagna Dateci Voce abbiamo con forza contestato la carenza, se non in qualche caso l’ assenza, di donne nella composizione delle taske force e dei comitati scientifici di supporto al governo nell’ emergenza, con la conseguente sottrazione di competenze invece necessarie per le nostre politiche pubbliche. Un dato non è, invece, emerso con altrettanta evidenza e che è prioritario nell’ indicare ciò che non va: le varie taske force di esperti, quando sono di nomina politica, risultano anche carenti o prive di professionalità interne alla pubblica amministrazione, di manager in grado di orientarsi, effettuare scelte, realizzarle, in quel mondo complicato costituito dalle pa.

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La sentenza del tribunale di Firenze: “Conciliare vita familiare e lavoro è un diritto”

La Repubblica – Firenze 24 ottobre 2019

I giudici hanno condannato l’Ispettorato del lavoro per le discriminazioni a danno di 83 dipendenti

Conciliare vita familiare e lavorativa è un diritto e il datore di lavoro ha il dovere di garantirlo. Per la sua violazione l’Ispettorato del lavoro di Firenze è stato condannato con una sentenza da considerarsi un unicum nella materia delle pari opportunità, perchè riconosce la conciliazione vita-lavoro un vero e proprio diritto soggettivo. Una sentenza che è anche antesignana rispetto all’obbligo imposto dalla recentissima Direttiva europea che introduce l’equilibrio fra attività professionale e vita familiare, imponendo a tutti gli Stati membri di adeguarvisi entro il 2020.

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