FIGLIA DI TRE MADRI – LA PASSIONE POLITICA DALLE MADRI COSTITUENTI AD OGGI

 

Alma Teatro –  Associazione culturale Terra Terra – SeNonOraQuando?Torino

 

24 GENNAIO ORE 20:45 

San Pietro in Vincoli Zona Teatro | via San Pietro in Vincoli 28, Torino

FIGLIA DI TRE MADRI

LA PASSIONE POLITICA DALLE MADRI COSTITUENTI AD OGGI

con Elena Ruzza – Bianca De Paolis al contrabbasso – drammaturgia Gabriella Bordin con la collaborazione di Elena Ruzza – allestimento Lucio Diana – regia: Gabriella Bordin – Almateatro e Terraterra

in collaborazione con il Comitato Se non ora quando ?-Torino

interventi di :

– Assunta Confente , avvocata

– Sofia Massia psicologa e psicoterapeuta

– Laura Onofri , referente Se non ora quando? Torino

Lo spettacolo racconta le vite di tre delle ventuno donne elette all’Assemblea Costituente nel 1946: le torinesi Teresa Noce, Rita Montagnana, Angiola Minella.

In scena la protagonista evoca le lotte e l’impegno di molte donne che hanno generato i diritti di cui oggi noi godiamo. Parte dal proprio sguardo: la passione che ha animato le scelte delle tre Costituenti si confronta con la sua vita, con il presente, con l’impegno politico di oggi.

In scena Elena Ruzza, accompagnata al contrabbasso da Bianca De Paolis, vuole dare visibilità a un pezzo di storia recente, spesso assente dalla narrazione della “grande storia”, raccontando il ruolo delle donne nella scrittura della Costituzione. Leggi il resto »

Algeria, cancellati i volti delle donne candidate sui manifesti

La Stampa         19 aprile                                           Giordano Stabile

“Ovetti” bianchi al posto dei volti delle candidate donne. A tre settimane dalle elezioni parlamentari in Algeria – si vota il 4 maggio – si riaccende la lotta per la condizione femminile. Nelle province rurali, come quella di Arreridj, partiti di ispirazione islamica, hanno cancellato i volti delle loro candidate dai manifesti. Al loro posto un ovale bianco, incorniciato nello hijab, il velo tradizionale.

Un avatar in tv

Una candidate del Fronte nazionale per la Giustizia sociale, partito ispirato all’islam politica, è apparsa sul canale televisivo Ennahar nella provincia di Ouargla in forma di “avatar” femminile bianco, invece che con la sua persona.

La Commissione elettorale: è “illegale”

E’ intervenuta la Commissione elettorale e ha bollato come “pericolosa, illegale, opposta alle leggi e alle tradizioni” la pratica: “Ogni cittadino ha il diritto di sapere per chi vota”.

I precedenti in Egitto e a Gaza

Già in Egitto, nel 2011 e nel 2012, i partiti salafiti avevano cancellato i volti delle donne dai manifesti, sostituiti da immagini floreali. Una polemica simile era scoppiata a Gaza lo scorso settembre, prima delle elezioni amministrative poi rinviate. Anche lì erano spariti i volti delle candidate di Al-Fatah dai manifesti.

Se il Pd è al maschile non è questione di quote

In.genere – 21 febbraio 2017  – Roberta Carlini

La storia attuale del Partito democratico e la politica in cui le donne non si fanno avanti. Qualunque sia la causa, non è questione di quote.

Per la grammatica, il partito è un sostantivo maschile singolare. La scissione, invece, è un nome femminile. Così anche l’assemblea. Ma nell’ultima vicenda che ha occupato le cronache politiche nel centrosinistra, i nomi propri sono tutti maschili: Matteo (due volte: Renzi e Orfini), Michele (Emiliano), Pierluigi (Bersani), Roberto (Speranza), Enrico (Rossi).

Dietro le quinte, Massimo (D’Alema). A sorpresa, tra gli oratori di peso, Walter (Veltroni). In low profile, il capo del governo, Paolo (Gentiloni). Mentre, molti chilometri più su, in quel di Rimini nasceva Sinistra Italiana, affidandosi a un Nicola (Fratoianni), con la separazione annunciata di un Antonio (Scotto). Nel mezzo, il campo progressista di Giuliano (Pisapia).

La sinistra e i suoi eredi hanno tanti problemi, evidenti. Più uno, mastodontico ma ignorato: sono scomparse le donne. Intendiamoci, le donne ci sono, nelle foto di gruppo del poco comprensibile dramma dell’Hotel Parco dei Principi come tra gli interventi. Ma non danno titolo, e stavolta non si può dare la colpa ai giornalisti. Leggi il resto »

Le pari opportunità in politica? Merito dei social network

Corriere della sera. La 27 ora 18 ottobre – Giovanna Cavalli

E alla fine si scopre che, per realizzare le pari opportunità, gli strumenti più democratici sono proprio i social media, almeno in politica. Questo è il risultato di uno studio promosso dal Wip (Women in Parliaments Global Forum) che, in collaborazione con l’università di Harward e il sostegno di Facebook, ha intervistato circa 900 parlamentari donna di 107 Paesi (12 le italiane) sull’uso dei social network nella loro attività. La conclusione del rapporto è che questi strumenti di comunicazione sono degli efficaci equalizzatori sociali: accessibili, gratuiti (a parte i costi tecnici di cellulare o pc e connessione, niente a che vedere con costose campagne elettorali), concedono a tutti, uomini e donne, le stesse possibilità. Non male, considerato che al mondo le parlamentari sono ancora solo il 22,8% e che in 38 Paesi le assemblee sono composte al 90% di soli maschi. Solo in due, Bolivia e Rwanda, sono la maggioranza. Leggi il resto »

Belle o brutte son distrutte

Caratteri liberi – 15 marzo 2016 di Loredana Biffo

In merito alle dichiarazioni di Bertolaso sulla ministra Meloni che si candida a sindaca di Roma, e a suo dire inadatta al ruolo perchè futura mamma, possiamo ragionevolmente sostenere che la società italiana è ancora pervasa da un marcato sessismo, che ha proprio la caratteristica di essere così radicato nella quotidianità da diventare invisibile, opaco, difficile quindi da concettualizzare e combattere.

Il quadro che ne esce da questi episodi di violenza verbale, istituzionale e di narrazione delle cronache, è un pericoloso atteggiamento paternalista che continua a collocare l’immagine femminile nel limbo delle creature deboli da difendere, e reitera la figura maschile – violenta anche nel linguaggio – che agisce in virtù della sua supposta “natura predatoria”; anche questo mito del “naturale” contribuisce a sostenere stereotipi vari. Salvo poi attivare il modello speculare della figura femminile malvagia quando si verificano episodi di infanticidio, abbandono ecc, in questi casi si dice che sono “madri snaturate”. Leggi il resto »