Il Paese che vogliamo

IL PAESE CHE VOGLIAMO
Zoom meeting 27 luglio 2020, ore 18


In questo primo appuntamento parleremo di ciò che ci sta più a cuore e di quello che più ci preoccupa, di quello che vogliamo cambiare, di quello che vorremo tenere. Parleremo di lavoro, di scuola, di salute, di ambiente o semplicemente di noi. Raccontiamoci le nostre idee, le esperienze, i nostri errori, i tentativi, i dubbi. Raccontiamoci non solo i bisogni ma anche i desideri.

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Un nuovo Rinascimento o un’occasione sprecata?

Giulia giornaliste – 2 giugno 2020 DANIELA COLOMBO

Il documento del ministero Bonetti è una serie di brevissime raccomandazioni, non in grado di indicarci una strada verso la realizzazione dei diritti e di incidere nelle decisioni che verranno prese per rilanciare l’economia.

Le donne hanno ampiamente dimostrato con i fatti di essere state la colonna portante che ha tenuto in piedi le comunità e il proprio paese durante l’emergenza Covid19. In Italia e ovunque nel mondo. Tutti/e hanno dovuto prendere atto che gli Stati in cui la pandemia ha avuto effetti meno gravi sono stati quelli governati da donne. Un esempio per tutti il Kerala, in India, dove la ministra per la Salute KK Shailaja è stata soprannominata “the coronavirus slayer”, la sterminatrice del coronavirus. Perché le donne che raggiungono i livelli apicali il più delle volte governano con maggiore passione e buonsenso. Mentre in quelli con a capo miliardari arroganti, presuntuosi e narcisisti, mossi dal solo desiderio del potere o dalla volontà di difendere i propri interessi e aumentare le proprie ricchezze, il Covid-19 ha avuto effetti devastanti.

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Emma Bonino: «L’Italia rifiuta la meritocrazia. Così le donne non andranno mai al potere»

Corriere della sera – La 27 ora 23 aprile 2020 Antonio Polito

«E di che si sorprende? In Italia la parità di genere esiste solo il sabato e alla domenica nei convegni. Poi dal lunedì chi ha il potere reinserisce il pilota automatico e sceglie gli uomini che conosce, di cui è amico, che gli girano intorno. Ci saranno ormai già 15 task force e un proliferare di “tavoli” che sembra di stare all’Ikea, e le donne sono infima minoranza. Altro che parità di genere».


Emma Bonino si dice «amareggiata» per quel che vede, ma non «depressa». «Sono anzi determinata a reagire. Penso che ci siano iniziative ottime, come quella di “Dateci voce”, le donne che hanno scritto a Conte. Ma intanto i gruppi di chi dovrebbe ridisegnare l’Italia di domani già ci sono ed escludono le donne. Nessuna nel comitato tecnico scientifico che lavora con la Protezione civile. Quattro su 17 in quello di Colao. Ho letto che la ministra Bonetti ha fatto una task force “rosa” per la famiglia, composta da 13 donne. Mi sa tanto di riserva indiana».
Noi accendiamo la tv e vediamo donne ovunque, negli ospedali, nei laboratori scientifici, nelle università. Come è che poi scompaiano nei luoghi della decisione?
«Nel suo elenco mancano le donne in casa. Lungi da me la retorica sulla figura materna, so bene che le donne sono decisive anche nella società. Ma se c’è qualcuno che in queste settimane si è preso sulle spalle gli equilibri famigliari, ha dovuto conciliare tempo di lavoro e di vita, beh, quelle sono state le donne. E tu oggi le vuoi tenere fuori dalle decisioni sull’Italia che verrà? Ma con chi devi parlare di come riaprire le scuole, se non con le donne?».

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Tutti stanno a casa. Le donne, invece, ci rimangono

Huffinghton Post 17 aprile 2020 Alessandra Serra

Nelle distopie apocalittiche l’umanità solitamente passa in tempi rapidi da uno stato culturale avanzato alla più totale barbarie. Per fortuna, la pandemia ci sta risparmiando derive così estreme ma è innegabile che si intravedano tratti di recessione anche sul piano sociale e culturale. Solo che, a meno che non siano direttamente connessi al tema dell’isolamento domestico, non suscitano molto interesse. È il caso della esigua presenza femminile nelle cabine di regia che, per conto del governo e delle istituzioni regionali, si occuperanno della gestione della crisi nazionale.

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