Le Donne senza figli

genitoricrescono – 29 settembre 2015 – Sara Boriosi

Cosa pensano le donne senza figli ogni volta che noi madri ci lamentiamo del peso quotidiano della maternità? E cosa pensano ogni volta che ce ne usciamo con un inopportuno “tu non puoi capire”?

Sara Boriosi scrive di vino nel suo Rosso di Sara – Quando le donne bevono vino e di vino si occupa a tempo pieno nel mezzo della verdissima Umbria. Intelligente, spiritosa, colta, bella, appassionata del suo lavoro: what else? Oggi ha deciso di regalarci, appunto, qualcos’altro di sé.

“Il pensiero si è formato in testa da solo, complice la pioggia battente di questo primo giorno uggioso di autunno e mentre scrivo mi sto sfinendo di cioccolato amaro per radunare le idee.
Mentre guidavo verso il centro commerciale ho inserito il pilota automatico che mi ha permesso di arrivare a destinazione sana e salva nonostante la mia testa fosse altrove, persa a ragionare con amorevole struggimento sulla vita delle mie nipoti, ormai ragazze. Leggi il resto »

Ho 40 anni e neanche un figlio. E sono una donna felice

Huffington Post – 23 luglio 2015 – Deborah Dirani

“Ah e quindi hai 41 anni e quanti figli hai?”
“Nessuno, però ho due cani”.

Alla quarantamillesima volta in cui ho sbattuto il muso nella compassione di una prolifica mamma ho capito: il mondo si divide in due parti. In una ci stanno le donne vere (quelle con le ovaie attivissime e qualche pupattolo che ne attesta la vivacità). Nell’altra ci sto io in compagnia di quelle come me, sterili femmine di sicuro problematiche, certamente incompiute: ovverosia le poverette.

Ora: io amo i bambini. Ho una nipotina (bellissima, intelligentissima e, guarda un po’, adottata) che è il mio orgoglio. Ha appena concluso la prima elementare e, suo malgrado, è diventata oggetto della mia pavoneggiante boria con la sua pagella di tutti 10 e la sua dichiarazione di voler studiare astronomia quando sarà grande (perché poi di sicuro mi va nello spazio e mi batte il record di AstroSamantha). Me la mangio di baci ogni volta che la vedo e mi faccio menare per il naso con infinito piacere dalle sue chiacchiere allegre. Ma non è mia figlia. Perché io di figli non ne ho avuti.
Vuoi perché prima non era il momento giusto, vuoi perché i miei livelli medi di stress ubriacano i miei ormoni di stanchezza, vuoi perché lavorando mediamente 12 ore al giorno 360 giorni l’anno da non so più quanti anni è facile che il tempo mi scivoli tra le dita. Ho sempre pensato di volere dei figli, ma ho anche sempre pensato che non mi sarei accanita per averne.

Sono un pelo più accanita, invece, con quelli e quelle che mi considerano una povera femmina a metà: privata di quella immensa fortuna rappresentata dalla discendenza. All’ennesimo: “Come mai non hai figli”, domandato con aria preoccupatissima (manco avessi detto che ho una malattia mortale e mi restano 12 secondi di vita) ho deciso di rispondere con un cattivissimo e ancor più cinico: “Perché sono comunista e io i bambini li mangio, non li sforno”.
Siamo nel terzo millennio: il pianeta è sovraccarico di esseri umani, se la sventura volesse che a questo mondo non riuscissi a farcene entrare anche uno partorito da me, pazienza, amen, è andata così. Ma anche “e chi se ne importa”, non ne faccio un dramma io, figurarsi se lo deve fare qualcun altro.

La maternità è una scelta e un colpo di fortuna. Ho visto coppie sbranarsi fino all’ultimo brandello di carne dopo che avevano trasformato le loro sterili lenzuola in un’incubatrice. Ho visto amiche che si erano scordate che il sesso è gioia, non esercizio di riproduzione. Ho visto amici frustrati dal ruolo di torelli da monta nel quale si sentivano incastrati.
Ma datevi una calmata: tutti quanti. Un bambino è una bella cosa, ma non può essere la sola cosa che dà un senso alla vita. Ed è piuttosto avvilente constatare come ancora oggi (nel 2015) le donne debbano rispondere del peccato della mancata maternità.

E non importa quanto brave, intelligenti, di successo e soddisfatte siano queste donne (come dimostra l’articolo pubblicato da The New Statesman, intitolato “La trappola della maternità”, in cui vengono mostrate quattro politiche molto simili a Grimilde che, come lei, non hanno figli), il punto è che se non hai partorito non sei una donna, vera. Leggi il resto »

«Senza figli per arrivare ai vertici» Rivista fa infuriare le donne in politica

Corriere della sera.it -La 27 ora –    17 luglio 2015    Viviana Mazza

«Gesù, sembra che ci siamo svegliati nel 1985 stamattina», ha scritto Nicola Sturgeon ieri su Twitter. A «disgustare» la Lady di ferro scozzese, che ha 45 anni e non ha figli, è stata l’ultima copertina della rivista di sinistra New Statesman: raffigura lei insieme ad Angela Merkel e ad altre due influenti donne della politica britannica – Liz Kendall, candidata alla leadership laburista, e Theresa May, ministra degli Interni – intorno a una culla vuota in cui riposa un’urna elettorale.

Titolone: «La trappola della maternità». Sottotitolo: «Perché cosi tante donne di successo non hanno figli?». Leggi il resto »

Diventare genitori oggi, l’indagine del Censis sulla fertilità

da www.ingenere.it del 02/04/2015
Un sistema sanitario più orientato alla cura che alla prevenzione e una disparità dell’offerta terapeutica presente sul territorio nazionale sono le caratteristiche principali che emergono dall’indagine Diventare genitori oggi, appena presentata dal Censis e relativa al punto di vista degli specialisti (ginecologi, urologi e andrologi) che accolgono le coppie con problemi di fertilità prima che venga intrapreso il percorso di procreazione medicalmente assistita (PMA).

“Si tratta della seconda indagine che il Censis ha dedicato al tema, la prima era relativa all’opinione della popolazione, e ce ne sarà una terza, rivolta alle donne, soggetti principalmente chiamati in causa quando si parla di gravidanza” ha spiegato la Fondazione Ibsa che ha finanziato le indagini.

Leggi il resto »

Fra la vergogna e l’orgoglio di quel vuoto da colmare

di MICHELA MARZANO – La Repubblica 7 aprile 2015

Ma perché sempre assieme, perché corpo e madre?” chiede la protagonista di Pelle di marmo, uno dei romanzi più belli della scrittrice croata Slavenka Draculic. Riassumendo così quello che, per secoli, è stato considerato il cardine della femminilità: diventare madre. Senza figli, una donna era necessariamente incompleta, insoddisfatta, imperfetta. Al punto che, non averne, era più che un semplice tabù; era una vera e propria maledizione. Da allora, di strada ne è stata fatta molta. Le donne hanno cominciato a rivendicare la possibilità di scegliere se, e quando, diventare madri. Hanno capito di avere il diritto di rifiutare il ruolo procreativo. Hanno scoperto di poter essere “altro”. Fino a trasformare la vergogna in orgoglio: fiere di non avere figli, molte di loro parlano oggi di libertà ritrovata, di autonomia raggiunta, di coraggio. Ma è per forza necessario schierarsi da una parte o dall’altra di una dicotomia che, forse, non ha più ragion d’essere? Perché passare dalla vergogna all’orgoglio?

Leggi il resto »