PIANO MOBILE

In questi anni come Se Non Ora Quando? Torino abbiamo affrontato in vari modi la tematica del lavoro, specialmente in relazione alla conciliazione e condivisione dei carichi di cura in ambito famigliare.

Ci fa quindi piacere segnalare il progetto PIANO MOBILE, che ha passato la prima fase di selezione nell’ambito del bando AxTO- azioni per le periferie torinesi e che ora ha bisogno, per passare alla fase successiva, del voto dei cittadini e delle cittadine.

Piano Mobile è un progetto creato da Casa del Lavoro in collaborazione con Stranaidea – impresa sociale onlus, associazione Archimente e la Casa del Quartiere San Donato Più SpazioQuattro e prevede l’apertura di uno spazio in via Le Chiuse 66 a Torino in cui creare un coworking per lavoratori e professionisti ,in cui offrire anche consulenze di educazione finanziaria e percorsi di coseeking ,ovvero uno spazio condiviso di ricerca del lavoro. Leggi il resto »

Il Jobs Act del lavoro autonomo

in.Genere      29 luglio 2017        Rosita Zucaro

Cosa cambia per lavoratrici e lavoratori autonomi in termini di conciliazione tra vita e lavoro. Le novità in materia di congedi parentali e maternità

La legge n.81 del 2017, “Misure per la tutela del lavoro autonomonon imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi di lavoro subordinato”, ha ampliato le tutele per le lavoratrici e i lavoratori autonomi, oltre a fornire una cornice normativa allo smart working[1].

Dopo il Jobs Act del lavoro dipendente, che nel 2015 ha esteso le tutele in materia di genitorialità, maternità soprattutto, la normativa qui in commento interviene sullo stesso versante per quanto attiene gli autonomi. Con tale provvedimento legislativo, quindi, si cerca di ridurre, almeno in parte, la distanza in termini di conciliazione vita-lavoro tra lavoro dipendente e autonomo.

La legge delega il governo ad adottare entro dodici mesi dall’entrata in vigore del provvedimento un decreto legislativo volto ad ampliare le prestazioni di maternità riconosciute alle lavoratrici autonome iscritte alla gestione separata. Nello specifico, al fine di incrementare le prestazioni legate al versamento della contribuzione aggiuntiva per gli iscritti alla gestione separata, il governo dovrebbe ridurre i requisiti di accesso alle prestazioni di maternità, incrementando il numero di mesi precedenti al periodo indennizzabile entro cui individuare le tre mensilità di contribuzione dovuta, nonché introduzione di minimali e massimali per le medesime prestazioni.

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MAMME???

Laura Onofri

La maternità e ‘ di estremo interesse per  il nostro Comitato che  da qualche mese sta organizzando un’iniziativa sul tema  cercando di affrontarlo nei suoi vari aspetti, anche quello della non-maternità.

Questa nostra ricerca   vuole essere un tentativo di trattare il tema senza maternismo, cioè senza  la retorica che spesso lo ammanta,  e che considera le donne solo per la loro funzione riproduttiva e non come persone che possono scegliere o non scegliere di essere madri.

La maternità dunque non come un destino, ma come una  libera scelta non condizionata da stereotipi culturali e sociali.
E rispetto a questa scelta  è importante parlare  di assunzione condivisa di responsabilità, di cura e di implicazioni che si  possono avere nelle famiglie, in poche parole di genitorialità perchè  una famiglia non è tale se non è basata sulla condivisione dei ruoli.
Apprendere quindi che il Partito Democratico ha deciso di istituire un dipartimento “Mamme”, ci fa capire, ancora una volta, quale arretramento stiano subendo  i diritti delle donne.
Non e’ solo una questione formale,    il linguaggio e’ importante,  e parlare di mamme ci riporta indietro di decenni:
la legislazione degli anni ’70   infatti aveva  ridisegnato la figura paterna non più caratterizzata da autoritarismo e compiti esterni alla famiglia, ma da parità e collaborazione con la figura materna e piena partecipazione alla vita familiare, mentre le leggi precedenti si erano occupate prevalentemente della maternità e dell’infanzia.Insomma  parlare di mamme e relegare le donne solo , a quell’unica funzione,  indica un ritorno al passato, parlare di genitorialità  e di politiche per le famiglie invece, significa affermare con forza la parità anche in questo campo.

La prova che non sia solo una questione di linguaggio ma  di scelte politiche è che in favore della genitorialità sono state prese decisioni che non aiutano di certo la condivisione dei ruoli, come per esempio il congedo obbligatorio  di paternità , che prevede l’assenza dal lavoro per  due miseri  giorni, mentre non è stato proprogato per il 2017 il congedo facoltativo del padre.
La politica dovrebbe  guidare i processi sociali del Paese, anticipare e favorire i cambiamenti culturali,  ma  ancora una volta, purtroppo,  dobbiamo invece registrare che la società e’ molto più avanti della politica.

Sette cose che puoi fare per crescere un figlio femminista

in.Genere   12 giugno 2017   –   Anna Maffioletti

Per un mondo davvero senza stereotipi c’è bisogno che cambino anche gli uomini. Un elenco di azioni che i genitori dovrebbero rivolgere ai figli maschi

Come cresciamo i nostri figli maschi? Cain Miller sul New York Times scrive che esiste ormai una consapevolezza diffusa sul crescere delle figlie che combattano gli stereotipi e che possano esprimersi in ogni campo e realizzare qualunque sogno. Questo non è vero per i maschi. Se vogliamo una società libera da stereotipi di genere il problema educativo esiste anche per l’altro sesso. È in età prescolare che i bimbi assimilano gli stereotipi e incominciano ad agire seguendoli o interpretando gli altri attraverso di essi. Che messaggio mandiamo ai nostri figli? Nel Regno Unito campagne come “PinkStink” (il rosa puzza) o “Toy is a Toy” hanno accresciuto la consapevolezza della necessità di non caratterizzare i giochi rispetto al genere – le bambole tutte rosa o i secchielli di sabbia rosa e azzurri – e di evitare, nei negozi di giocattoli reparti segregati in base al genere, ma questo non basta. Una società che non si basi su stereotipi di genere ha bisogno non solo di donne femministe ma anche di uomini femministi. Leggi il resto »