inGenere 21 novembre 2019 Barbara Leda Kenny
Ci sono almeno dieci cose che imprese e organizzazioni possono fare per contrastare la violenza domestica, e rendere i luoghi di lavoro degli spazi inclusivi e sicuri per le donne
Carenza di attenzione, giorni di assenza dovuti a permessi “per malattia” in realtà legati alle percosse, ritardi, scenate violente di uomini che vogliono minare la posizione lavorativa delle loro compagne o di ex che tentano di intercettarle: la violenza domestica ha un impatto negativo sul lavoro delle donne. Un ambiente di lavoro che non è in grado di leggere quello che sta succedendo e di sostenerle rischia di diventare un fattore aggravante, legittimando la violenza e indebolendo ulteriormente le donne che ne sono vittime. È un dovere delle organizzazioni costruire uno spazio sicuro per le donne, e non legittimare l’uso della violenza per ottenere potere e controllo né dentro né fuori dagli uffici.
Nessuno si aspetta che datori di lavoro e manager diventino esperti o esperte di violenza, possono però assicurarsi che organizzazioni e imprese dispongano di politiche e procedure per sostenere le donne vittime di violenza domestica, per esempio rendendo sicura la loro entrata e la loro uscita dai luoghi lavoro, facilitando l’uso dei congedi per la fuoriuscita dalla violenza, avendo la prontezza di interpellare al momento giusto i servizi contro la violenza.