Solidarietà a Laura Boldrini

Laura Onofri

I leoni da tastiera sono sempre in attività e nemmeno un dramma come quello che stiamo vivendo li può fermare. L’odio, la cattiveria e le falsità sono l’humus in cui crescono e di cui si vantano.

Laura Boldrini è, l’abbiamo detto tante volte, uno dei loro bersagli preferiti perchè è una donna forte, indipendente che sta continuando il suo lavoro, anche in questa emergenza, in difesa delle donne, degli ultimi, dei più fragili

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Tutte le donne del mondo a Vancouver. Ce ne siamo accorte?

Giulia giornaliste
Assenti i media italiani. Reportage dalla più grande conferenza internazionale sulle questioni di genere [di Stefania Burbo]

Arriva dallo Zambia, ha 18 anni, lo sguardo fiero e le idee molto chiare:«rappresento non solo il futuro ma il presente della leadership giovanile.

Noi giovani vogliamo interrompere le dinamiche attuali di potere, fare progressi su questioni profondamente radicate e affermare il cambiamento per le ragazze e le donne in tutto il mondo». Sì è presentata così, Natasha Chibesa Wang Mwansa, alla plenaria di apertura di Women Deliver 2019, la più grande conferenza internazionale sulle questioni di genere che si è tenuta in Canada dal 3 al 6 giugno: oltre 8mila fra attiviste/i, rappresentanti della società civile accanto a parlamentari e funzionari governativi, ma anche influencer, accademiche/i, attiviste/i, giornaliste/i provenienti da 165 paesi, centinaia i media mainstream presenti, tranne quelli italiani, a conferma che certe questioni continuano a non far notizia nel nostro paese.


Anche una delegazione del Network italiano Salute Globale e di Aidos ha partecipato ai lavori: uno slalom fra sessioni parallele di discussione e approfondimento su molteplici temi. Dai diritti sul corpo delle donne, con le restrizioni enormi negli Stati Uniti e diversi altri paesi in tema di aborto e prevenzione, alla necessità di investire sull’informazione e la formazione rispetto alla salute sessuale e riproduttiva di bambine e ragazze, alle strategie e pratiche necessarie per coinvolgere anche i ragazzi, in modo che diventino uomini consapevoli dei diritti delle proprie compagne.

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Il patrocinio al World Congress of Families: uno schiaffo alla Costituzione

Laura Onofri

Il  patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri al World Congress of Families, che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo e che vedrà la partecipazione, nella veste di relatori, dei ministri Marco Bussetti (Istruzione), Lorenzo Fontana (Famiglia e Disabilità) e Matteo Salvini (Interno) è  l’ennesimo schiaffo alla nostra Costituzione.

Infatti Il World Congress of Families, è stato segnalato con la dicitura di gruppo istigatore all’odio da organismi internazionali quali Southern Poverty Law Center (SPLC) e Human Rights Campaign,  perche’  «Tra gli obiettivi del WCF – non rientra soltanto la difesa della “famiglia naturale”, ma anche la promozione di una concezione delle relazioni familiari basate sulla subordinazione della donna all’uomo e su una decisa compressione dell’autodeterminazione femminile, ad esempio per ciò che riguarda la conciliazione tra vita familiare e lavoro», come  rileva Monica Cirinnà  nella mozione di cui è prima firmataria e che è stata sottoscritta da tutti i senatori del PD e dal gruppo dei senatori di LEU,  del PSI , dal Gruppo delle Autonomie , da Emma Bonino di +Europa, ma anche dalla senatrice Nugnes del Movimento 5 stelle.

Il Presidente del Consiglio ha pubblicamente smentito il patrocinio, peccato che il logo compaia in tutti i manifesti del Congresso, come si può bene vedere dalla foto pubblicata a fianco.

Anche alla Camera è stata presentata una interrogazione  analoga a firma  Nicola Fratoianni e Laura Boldrini,  che chiede come sia possibile  concedere il patrocinio ad un ‘associazione che vede tra i suoi soggetti organizzatori e tra i relatori  portatori di messaggi omofobi e presentatori di  leggi liberticide e miranti alla repressione penale dell’omosessualità, oltre che alla limitazione dell’autodeterminazione in materia affettiva e familiare, o personalità che hanno fatto della battaglia  dell’antiabortismo e del  sostegno  della famiglia tradizionale come il russo Dmitri Smirnov, la ministra per la famiglia del governo ungherese, Katalin Novak e il presidente moldavo Igor Dodon, che ha spesso espresso posizioni omofobe o  Theresa Okafor, un’attivista nigeriana che nel 2014 ha proposto una legge che criminalizza le unioni tra persone dello stesso sesso, o  Lucy Akello, Ministro ombra per lo sviluppo sociale in Uganda, che nel 2017 ha presentato al parlamento ugandese una legge contro le coppie omosessuali, già proposta nel 2014, che prevedeva originariamente la pena di morte per “omosessualità aggravata”».

Non possiamo accettare in alcun modo il sostegno del governo ad una manifestazione che non riconosce leggi dello stato, come la legge sull’interruzione di gravidanza, o quella sulle Unioni civili, che vorrebbe relegare le donne in ruoli sociali superati da decenni, e che  teorizza leggi omofobe e incivili alimentando odio e discriminazione.

Noi saremo a Verona dal 29 al 31 marzo insieme a tante altre organizzazioni e associazioni per respingere questi attacchi ai diritti conquistati a acquisiti da tanti anni.

Tutte e tutti a Verona quindi, e come ha detto ieri sera al Teatro Astra  Laura Boldrini,  “à la guerre comme à la guerre” 

 

Per richiedere il ritiro dei patrocini firma questa petizione

 

 

Condannato il sindaco che offese con insulti sessisti Boldrini

Si è’ concluso oggi il processo che vedeva imputato il sindaco leghista Matteo Camiciottoli e parte offesa l’onorevole Laura Boldrini; il sindaco di Pontrinvea è stato ritenuto responsabile del reato di diffamazione per aver pubblicato su Facebook  un post in cui si augurava che i responsabili dello stupro avvenuto in spiaggia a Rimini nell’estate del 2017 fossero mandati ai domiciliari a casa di Laura Boldrini così le avrebbero fatto ritornare il sorriso.

Il Giudice di Savona ha condannato il Sindaco alla pena della multa di euro 20.000, nonché al risarcimento del danno subito dalla parte offesa e dalle cinque Associazioni, tra cui SeNonOraQuando? Torino, che si occupano dei diritti delle donne, già ammesse quali parti civili, oltre alla re fusione delle spese legali; la sospensione condizionale della pena è stata subordinata al risarcimento dei danni. Leggi il resto »

Donne e uomini, stessa paga ma redditi ancora lontani In Italia differenza del 43,7%

La Repubblica 30 ottobre 2018   –   Luisa Grion

La Commissione Ue: le posizioni più alte restano appannaggio dei maschi Boldrini presenta una proposta di legge a favore dell’occupazione femminile

Non facciamo passi avanti sull’eguaglianza di genere, anzi, rischiamo di farne qualcuno indietro. Partiamo dai guadagni: niente da dire sulle leggi, visto che la parità di compenso a parità di ruolo è sancita per legge, ma se si passa dal confronto sulla paga oraria a quello sul reddito annuo ecco che la posizione dell’Italia cambia radicalmente. Dall’ultimo rapporto sul gender gap salariale che la Commissione Europea pubblicherà il 3 novembre ( giornata dedicata al tema perché nella media Ue, da quella data, rispetto ai colleghi uomini, le donne lavorano ” gratis”) risulta infatti che il differenziale uomo- donna sulla paga oraria lorda in Italia è fra i più bassi dell’Unione: il 5,3% contro una media dell’Europa a 28 del 16,2%. Peccato che passando invece ad un indice più generale sui redditi annui medi, ecco che il gap di genere vola al 43,7 % contro una media Ue del 39,6% . Leggi il resto »