in.Genere 13 agosto 2020 – Marcella Corsi – Laura Onofri
Il fondo “interamente destinato alla promozione della formazione personale delle donne, e in particolare alle casalinghe” che dovrebbe contare su un capitale di 3 milioni di euro annui, ossia meno di 1 euro a destinataria, poggia le basi su una falsa premessa
Ha fatto molto discutere nei giorni scorsi un passaggio della bozza del DPCM discusso dal governo il 7 agosto relativo ad un fondo “interamente destinato alla promozione della formazione personale delle donne, e in particolare alle casalinghe”. L’iniziativa – che dovrebbe contare su un capitale di 3 milioni di euro annui – poggia le basi su una falsa premessa: ovvero, che il problema dell’occupazione femminile abbia a che vedere con la mancanza di formazione, anziché con la mancanza di opportunità. E’ di questa premessa che vogliamo qui discutere, malgrado la versione del DPCM pubblicata l’8 agosto sulla G.U. non contenga (almeno per ora) traccia del provvedimento sulle ‘casalinghe’.[1]