All’asterisco, all’asterisco! Si salvi chi può!

Manuela Manera Linguista – SeNonOraQuando? Torino

Sabato mattina, 25 luglio 2020. Sul quotidiano «La Stampa» esce un trafiletto di Mattia Feltri intitolato “Allarmi siam fascistə”. Incuriosita, inizio a leggerlo, ma mi interrompo quasi subito. Alla frase “l’asterisco indica un plurale né maschile né femminile, poiché in italiano il plurale neutro finisce in -i, e coincide col maschile”, è evidente che chi scrive non conosce né il funzionamento del sistema linguistico italiano né le varie strategie che si tentano (a livello sperimentale) per superare il binarismo grammaticale m/f.

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Per la politica la parità di genere in Italia esiste solo per le madri lavoratrici

The Vision 3 giugno 2020 – Jennifer Guerra

La gestione della pandemia in Italia è stata un florilegio di esperti, tecnici, task force e commissioni, per un totale di 450 persone a cui è stato assegnato il compito di portarci fuori dal disastro del coronavirus. Uno dei problemi subito sorti, però, è che le composizioni delle task force non rispettavano le quote di genere di almeno il 30% di presenza femminile. Fortuna che però a riequilibrare le sorti delle italiane c’era la task force “al femminile” voluta dalla ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti, chiamata “Donne per un nuovo Rinascimento” e annunciata su Facebook con un video motivazionale sui toni del fucsia il 10 aprile scorso, nel centenario della nascita di Nilde Iotti. Dodici donne dai profili autorevoli per “costruire un nuovo percorso, un vero e proprio Rinascimento per il nostro Paese”. Il 25 maggio il dicastero ha presentato il documento prodotto dalla commissione, che è però decisamente deludente e più che tracciare un nuovo Rinascimento è un perfetto esempio di gattopardismo: tutto deve cambiare perché tutto resti come prima.

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Un Rinascimento che parla di lavoratori e non di lavoratrici

Corriere della sera La 27 ora Manuela Manera e Laura Onofri

Il 25 maggio sul sito del Dipartimento per le Pari opportunità e la Famiglia è stato reso pubblico il documento di analisi e di proposta prodotto dal gruppo di lavoro Donne per un nuovo Rinascimento. La task-force, che si è incontrata per la prima volta il 15 aprile, è stata costituita dalla ministra Bonetti, convinta che «ripartendo dalle donne, con le donne, possiamo insieme costruire un nuovo percorso, un vero e proprio Rinascimento per il nostro Paese».
Più che come osservatorio impegnato a garantire che le proposte delle altre task-force istituite per affrontare l’emergenza Covid19 nei vari settori abbiano un approccio gender-sensitive e gli interventi siano gender-oriented, l’équipe della ministra Bonetti, prendendo atto che l’impatto dell’epidemia ha esacerbato situazioni di diseguaglianza di genere, mira a «costruire un percorso inedito di crescita per il Paese»: il compito delle dodici professioniste designate è indicare strategicamente, attraverso “proposte fattive, fattibili”, come riparare a disparità di genere che, emerse più chiaramente in questi mesi, sono in realtà strutturali – e non emergenziali, come il richiamo a un lessico bellico (task-force) potrebbe lasciar intendere.

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Anche i nomi di vie e corsi a Torino sono roba da uomini

La Repubblica 24 febbraio 2020 Cristina Palazzo

Su 2200 strade in città solo 65 sono intitolate a donne e in gran parte sono madonne, sante o regine Le ultime intitolazioni non cambiano di molto la percentuale: dal 2016 solo 8 su 44 al femminile

La toponomastica a Torino è roba da uomini. Più che in altre città italiane, anche Roma. Lo dicono i numeri, quelli in assoluto delle vie, solo 65 su oltre 2.200 sono intitolate a donne, di cui un terzo a madonne, sante e beate, e un altro terzo invece a regine, a patriote e a vittime delle lotte politiche e delle guerre e il resto divise tra letterate, donne dello spettacolo e artiste. E i nomi maschili? Quasi metà del totale, ossia 1.054.

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