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Iniziativa insieme ad altre realtà del territorio – Violenza contro le donne
Manuela Manera
Si sa che le donne in politica sono sempre state oggetto di insulti sessisti: d’altra parte, chi manca di argomenti, idee e abilità oratorie ripiega facilmente sulla violenza verbale per annientare l’avversaria. Di questi tempi, poi, visto il contesto culturale in cui ci ritroviamo, non c’è da meravigliarsi se i toni delle campagne elettorali in vista delle elezioni di maggio si inaspriscono ulteriormente. Né se le donne che scendono in politica vengono maltrattate verbalmente: se la sono andata a cercare. Fossero restate a casa a badare al focolare e alla prole, non sarebbe successo loro nulla di brutto. Anzi, sarebbero state osannate. E la società tutta ne trarrebbe grande giovamento, dicono i maschi bianchi al potere.
Capita così che una candidata sindaca in un paese della cintura torinese, mamma di due bambine (4 anni la più grande, soli 4 mesi l’ultima arrivata) sia additata in questo modo: “Tra una festa e l’altra e nella sua tipica tenuta da marsupiale…”, perché si presenta in pubblico talvolta portando la figlia neonata nel marsupio.
Per questi uomini, inoltre, la maternità è uno stato incompatibile rispetto a un’efficace azione politica: infatti, su un giornale locale (La Voce di Settimo e dintorni, 19 marzo 2019), sarcasticamente affermano: “Noi non siamo lenti come le mamme”. Leggi il resto »
Laura Onofri
Pubblichiamo una lettera che abbiamo ricevuto dopo il Convegno ” Il linguaggio sessista e l’odio on line” di venerdì 1 febbraio organizzato dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte.
Non solo perchè ci dà una spinta a proseguire il lavoro che, ormai dal marzo 2015, quando lanciammo la campagna “Donne con la A” è uno de nostri obiettivi per abbattere le discriminazioni ancora presenti nel nostro Paese , plasticamente rappresentate dalle discriminazioni linguistiche.
Ma perchè siamo convinte che il mondo potrà essere migliore solo se riusciremo a vivere in una società dove c’è una reale parità che avverrà solo se i cambiamenti culturali saranno profondi, proprio a partire dal linguaggio.
Anche un convegno può servire a cambiare la cultura, questo è riuscito a far riflettere un pubblico attento (oltre 400 persone), sul tema del linguaggio corretto dal punto di vista del genere e del linguaggio sessista on line.
E’ attraverso le parole che esistiamo. Ciò che non si nomina non esiste.
Quando parliamo e scriviamo, l’uso che facciamo del linguaggio riflette e influenza il nostro modo di pensare e di agire; è il principale mezzo di espressione del pregiudizio e della discriminazione.
Nel nostro Paese il linguaggio è utilizzato ancora in modo “discriminatorio”, continuando a veicolare pregiudizi e stereotipi che trasmettono contenuti culturali e rappresentazioni delle donne legate ai ruoli tradizionali e rendendo perciò difficoltoso il percorso di rimozione degli stereotipi di genere. Infatti, nonostante la crescita delle donne in ruoli, professioni e carriere considerate maschili, vi è una “resistenza” nell’uso della lingua a riconoscere questo cambiamento, lingua che usa ancora il maschile attribuendogli una falsa neutralità. Questo è un segnale che non è avvenuta un’adeguata trasformazione culturale.
Dalle nostre parole dipende anche quale tipo di società vogliamo essere o diventare, cioè è importante non solo ciò che vogliamo esprimere, ma anche come ne parliamo. Leggi il resto »