Imprese al femminile. Il museo del Foundling Hospital a Londra

Artribune  17 giugno 2018  – Filippo Lorenzin

Nel cuore della capitale britannica c’è un museo che custodisce la storia del Foundling Hospital, primo centro di accoglienza per bambini abbandonati di Londra e del Regno Unito, creato nel Settecento da ventuno donne coraggiose. Oggi una curatrice determinata vuole rendere giustizia al ricordo di quelle pioniere.

Nel 1735 ventuno donne firmarono per prime una petizione che portò alla creazione del Foundling Hospital, il primo centro di accoglienza per bambini abbandonati di Londra e del Regno Unito. Trecento anni dopo non vi è alcuna traccia della loro esistenza. Situato a pochi passi da Russell Square, l’edificio originale dell’istituzione è stato riconvertito in un museo che ne esplora la storia, dimenticando però il ruolo cruciale di tutte quelle donne che, a partire da quel gruppo che ne permise la fondazione, contribuirono al suo funzionamento e sviluppo. Nella galleria dei dipinti sono appesi i ritratti dei direttori che si sono succeduti nel corso dei decenni e, nemmeno a dirlo, sono tutti maschi.

PAROLA ALLE DONNE

Un cambio di rotta è stato intrapreso solo recentemente con l’assegnazione della più importante scrivania a Caro Howell, curatrice con un passato alla Whitechapel Gallery e con idee molto chiare su quale percorso intraprendere in un periodo segnato dalla necessità di riscoprire il ruolo delle donne nel passato più o meno recente. “Vogliamo raccontare una storia lunga trecento anni di donne che hanno giocato un ruolo importante nella società, la cultura e la filantropia britanniche”, ha affermato la direttrice presentando la mostra The Ladies of Quality and Distinction, che aprirà nel settembre di quest’anno e il cui fulcro curatoriale è la sostituzione dei ritratti dei direttori passati con quelli delle ventuno donne che diedero vita, con la loro tenacia e peso politico, al Foundling Hospital. Leggi il resto »

L’attacco di Leadsom a May sui figli, se le donne perpetuano gli stereotipi (e si fanno male)

Corriere della sera – La 27 ora – 10 luglio 2016 – Maria Silvia Sacchi

Le donne per prime non voglioni rinunciare al “potere” della maternità. Ma generare una vita non rende per forza migliori. Ci sono cattive madri e cattivi padri. Saper accettare i limiti è una forza

L’attacco di Andrea Leadsom (a destra nella foto) e Theresa May, che non potrà essere migliore di lei alla guida del governo inglese perché May non ha avuto figli al contrario di Leadsom che ne ha tre, dice molte cose importanti su cui è necessario riflettere.

La prima è che sono le donne per prime ad avvalorare quell’equazione donna=mamma che poi inchioda tutte le altre al tema della maternità. È il ragionamento che sta alla base del diverso tasso di occupazione femminile nel mondo, e in particolare in Italia dove ha un lavoro retribuito (cioè fuori casa) meno di una donna su due. Se sei donna, sarai mamma, quindi farai fatica a dedicarti al lavoro con tutta la tua dedizione (tranne casi sporadici), quindi ti offro un posto di lavoro e uno stipendio inferiore. Ma se le donne guadagnano meno degli uomini quando nasce un figlio saranno loro a restare a casa per occuparsene (un quarto si dimette dal lavoro per questo). Insomma, un circolo vizioso che non si riesce a interrompere.
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«Senza figli per arrivare ai vertici» Rivista fa infuriare le donne in politica

Corriere della sera.it -La 27 ora –    17 luglio 2015    Viviana Mazza

«Gesù, sembra che ci siamo svegliati nel 1985 stamattina», ha scritto Nicola Sturgeon ieri su Twitter. A «disgustare» la Lady di ferro scozzese, che ha 45 anni e non ha figli, è stata l’ultima copertina della rivista di sinistra New Statesman: raffigura lei insieme ad Angela Merkel e ad altre due influenti donne della politica britannica – Liz Kendall, candidata alla leadership laburista, e Theresa May, ministra degli Interni – intorno a una culla vuota in cui riposa un’urna elettorale.

Titolone: «La trappola della maternità». Sottotitolo: «Perché cosi tante donne di successo non hanno figli?». Leggi il resto »