NON STUDIATE, NON CREDUTE E NON CURATE. LA MEDICINA HA UN PROBLEMA CON LE DONNE.

The Vision 3 giugno 2020 – Jennifer Guerra

Una donna, all’ospedale San Camillo di Roma, ha dovuto aspettare oltre due settimane per un raschiamento a seguito di un aborto spontaneo, perché la struttura esegue la procedura solo il lunedì e il giovedì, giorni che coincidevano con Pasquetta e il 25 aprile. “Sono 16 giorni che la creatura è venuta a mancare e devo aspettare lunedì. Non basta già il dolore di una mamma ma anche l’agonia. È uno schifo”, ha dichiarato a TPI la donna, una 40enne operaia in una piattaforma logistica, che ha lasciato il lavoro durante la gravidanza. Purtroppo non si tratta di un caso isolato, ma questo è l’esempio di come sia considerato accettabile che una donna debba soffrire per settimane per un problema ostetrico-ginecologico.

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Perché studiare la risposta immunitaria delle donne al Covid -19 è necessario per trovare più rapidamente una cura

The Vision 25 maggio 2020 di Veronica Tosetti

Agli occhi della medicina tradizionale, la donna è sempre stata considerata un “piccolo uomo”, e di conseguenza presa in considerazione nella sua specificità solo per quanto riguarda l’apparato riproduttivo (seno, utero, ovaie): la cosiddetta “sindrome da bikini” di cui a soffrire è la medicina stessa, ma di cui ne fanno le spese tutte le donne.

 La disparità di trattamento tra uomini e donne nella Sanità, che riguarda numerosi aspetti, dai pregiudizi dei medici nei confronti delle donne che lamentano dei sintomi, all’ostracismo di procedure ginecologiche come l’Ivg (Interruzione volontaria di gravidanza), fino a sovrastimare o sottostimare a seconda dei casi, ma sempre ingiustificatamente, la loro soglia del dolore.

Un altro aspetto che viene costantemente ignorato è la differenza fisiologica che intercorre tra i corpi degli uomini e delle donne: pur essendo soggetti alle medesime patologie, infatti, possono presentare sintomi, progressione di malattie e risposta ai trattamenti molto diversi tra loro. Questo aspetto è emerso anche per quanto riguarda il COVID-19: l’infezione da SARS-CoV-2 produce effetti diversi negli uomini e nelle donne.

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Covid-19. Anche l’epidemia è una questione di genere

Quotidiano sanità 25 maggio – Maria Teresa Sorrentino, Paola Borelli, Rosella Zerbi, Chiara Rivetti

Gentile Direttore,
le donne che in questi mesi hanno dovuto proseguire il lavoro (Anaao in particolare parla delle sanitarie e delle mediche soprattutto, ma le criticità sono state vissute da tutte colore che hanno continuato a lavorare) hanno pagato un prezzo molto alto, in una società in cui la distribuzione del lavoro di cura è già, per usare un eufemismo, ineguale.

La chiusura delle scuole, con i figli forzatamente  a casa, ed il venire meno del sostegno dei nonni (quando presenti) per preservarli dal rischio di contagio, hanno ulteriormente complicato la loro vita, aggiungendo alla fatica fisica ed allo stress emotivo enormi problemi organizzativi. Non è stata rara anche una vera e propria distanza fisica , oltreché emotiva, imposta e difficile da tollerare nei confronti di bambini ed adolescenti già provati dalle ripercussioni della improvvisa interruzione della loro vita scolastica e di relazione.

La situazione è molto complessa e urgente perché le attività lavorative stanno riprendendo ma le scuole rimangono chiuse e anche la previsione di apertura dei centri estivi non sarà semplice, date le giuste restrizione previste per evitare il contagio. 
Spesso entrambi i genitori lavorano e per affrontare questi mesi sono state già esaurite tutte le ferie arretrate. 

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Medicina di genere. Fnomceo: “Gender gap anche sulla salute? Colmiamolo”

Quotidiano Sanità.it 31 maggio 2019

L’Ordine dei medici commenta l’approvazione del Piano nazionale per l’applicazione e diffusione della Medicina di genere. Anelli: “Comprendere come il genere influisca sulla diagnosi, sulla risposta alle terapie e sulla sensibilità agli effetti collaterali, ma anche sull’incidenza delle patologie e sull’accesso alle cure è una questione di appropriatezza e di equità, che permette di realizzare appieno gli obiettivi di efficienza efficacia e universalità del nostro Ssn”.

Grande la soddisfazione della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) per l’approvazione del Piano nazionale sulla Medicina di genere, presso la quale è attiva dal 2015 un’apposita Commissione, coordinata da Teresita Mazzei, alla quale partecipano esperti della materia.

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