Perché pochi bambini vanno all’asilo nido (non solo perché ci sono pochi posti)

Linkiesta 7 aprile 2021 – Gianni Balduzzi

Siamo tra i paesi con la più bassa percentuale di iscritti alle strutture per l’infanzia e per conseguenza tra quelli in cui la natalità è calata di più. Se a questo aggiungiamo il basso tasso d’occupazione delle donne tra i 30 e i 34 anni, quelle con la maggiore probabilità di essere madri, si capisce perché facciamo pochi figli

Le polemiche sulle chiusure delle scuole per contrastare la diffusione del Covid hanno toccato il picco massimo quando è stato deciso di chiudere, oltre che le scuole medie e superiori, anche le elementari, le scuole materne e persino gli asili nido in concomitanza del passaggio in zona rossa di molte regioni alcune settimane fa.

Il confronto con la Francia è balzato agli occhi di tutti: Oltralpe si è deciso già dall’autunno scorso di spendere il “tesoretto” di contagi che ci si poteva permettere tutto nell’ambito dell’istruzione, senza riaprire bar e ristoranti neanche nei momenti di calo dei casi positivi, come è stato fatto invece in Italia, dove si tornava in zona gialla sapendo che questo avrebbe portato a una nuova ondata.

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Fabbrica4D, network di donne nel settore metalmeccanico

La Stampa Opinioni 29 ottobre 2015  – Stefanella Campana

Imprenditrici, manager, lavoratrici, studentesse. L’adesione di Federmeccanica a ValoreD per valorizzare il talento femminile

Nasce il network al femminile “Fabbrica4D – La metalmeccanica si rinnova” con l’adesione di Federmeccanica a ValoreD, la prima associazione italiana che sostiene la leadership in azienda. L’intento è una proficua collaborazione sui temi dell’inclusione e del sostegno alla crescita professionale delle donne e all’imprenditoria femminile in settori industriali tradizionalmente considerati appannaggio maschile. Il nome prescelto per il network vuole richiamare la profonda e radicale rivoluzione, nota col paradigma di Fabbrica 4.0, che sta investendo l’industria manifatturiera nel suo complesso e che sta trasformando totalmente il volto delle imprese e del lavoro, per i quali conoscenza, creatività, progettazione – non più dunque la forza fisica – divengono fattori determinanti. Leggi il resto »

Consultazioni: quasi tutti uomini dal (futuro) presidente di Pia Locatelli

Donne di Fatto – 19 febbraio 2014

Matteo Salvini (Lega Nord), Nichi Vendola (Sel), Bruno Tabacci (Centro democratico) Pino Pisicchio e Nello Formisano (Misto), Franco Bruno (Api) Mario Borghese (Maie), Riccardo Nencini e Marco Di Lello (Psi), Mario Ferrara (Gal), Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Dellai e Mario Mauro (Udc, Popolari per l’Italia), Silvio Berlusconi, Paolo Romani e Renato Brunetta (Forza Italia), Angelino Alfano (Nuovo centro destra).

Leggo l’elenco delle delegazioni che si sono recate alle consultazioni con Matteo Renzi e rabbrividisco: sono tutti uomini. Anche tra i 5Stelle, tra i più accesi sostenitori dell’inutilità delle politiche di genere, ben quattro uomini: Beppe Grillo, Luigi D’Inca, Vincenzo Santangelo, e Luigi di Majo. Leggi il resto »

LAVORO: NASCE AL MINISTERO COMMISSIONE SU OCCUPAZIONE FEMMINILE

(AGI) 24 gennaio 2014

Rimuovere gli ostacoli che impediscono una piena partecipazione delle donne al mercato del lavoro e sviluppare nuove proposte per favorire l’occupazione femminile migliorando la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e riequilibrando le responsabilita’ genitoriali. Questo l’obiettivo del decreto firmato oggi dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che istituisce una commissione ad hoc, composta da esperti in materia e coordinata dal vice ministro Maria Cecilia Guerra. Leggi il resto »

La “maschiocessione”

Il Wall Street Journal racconta come la recessione potrebbe avviare grandi cambiamenti nell’occupazione femminile in Italia 2 novembre 2013

In Italia l’occupazione femminile, cioè la percentuale di donne che lavorano sul totale della popolazione oltre i 15 anni, è tra le più basse d’Europa e di tutto il mondo industrializzato. In Italia lavora il 50,4 per cento delle donne, contro una media europea del 62 per cento e punte in Svezia e Germania di più del 70 per cento. Nella classifica dell’OCSE, che raccoglie quasi tutti i paesi industrializzati del mondo, dietro l’Italia ci sono soltanto Grecia, Turchia e Messico. Le donne lavorano di più in tutta Europa, compresa quella orientale, in Giappone, Corea, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Canada. Leggi il resto »