Corriere della sera La 27 ora – 13 luglio 2020 – Manuela Manera
in copertina: Pier Luca Cetera per la mostra che nel 2018 festeggiava i 10 anni di Casa Sponge a Pergola (PU)
In questi giorni è in corso un dibattito all’interno del mondo femminista. È un dibattito in differita, costruito a colpi di articoli su varie testate giornalistiche, comunicati stampa, interventi su blog e social. A portarlo alla luce è stato il ddl Zan. Non ci si scandalizza ovviamente per il confronto in sé o per la diversità di posizioni; l’universo femminista da sempre è stato ed è e sarà variegato e plurimo, è un oceano con molte correnti. È anche questa la sua ricchezza, è proprio dal pungolo di prospettive differenti che si amplia la propria visione. Quel che disturba in tutto questo, però, è che nell’osteggiare il ddl Zan di fatto si ostacola un passo in avanti da un punto di vista legislativo.
Si tratta, infatti, di integrare una legge già esistente, la legge Mancino (che, come si sa, punisce non le opinioni ma i discorsi d’odio, le discriminazioni e le violenze perpetrate “per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”), aggiungendo anche motivi “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”.