La grande campagna nella metropolitana di New York contro la disuguaglianza di genere

TimeOut – Barcellona  –  5 luglio 2017  Pau Roca

Le donne continuano ad avanzare meno degli uomini. L’UGT era solo pochi mesi fa, dopo aver appreso i dati del Wage Structure Survey,  mostrava come, in Spagna, le donne ricevano circa 6.000 euro in meno all’anno rispetto agli uomini. Una disuguaglianza del 23% tra i sessi che viene ampliata dalle poche politiche di uguaglianza lanciate negli ultimi anni.

Le donne guadagnano meno in tutti i settori e a tutti i livelli di occupazione, e quindi a New York, hanno lanciato una campagna che  illustra perfettamente che la strada non è paritaria per gli uomini che per le donne. Si tratta di un’opera metaforica dell’artista Kazunori Shiina, dove possiamo vedere come le scale sulla sinistra, tradizionale, sono destinate alle donne, mentre a destra, quelle  mobili,  sono riservate  agli uomini. Una campagna di sensibilizzazione che potrebbe essere applicata in tutto il mondo, tra cui, di certo, il nostro paese.

Islanda, scatta la parità di salari obbligatoria per legge

La Repubblica 9 luglio 2018   – Andrea Tarquini

Entra in vigore la norma che punta ad azzerare entro il 2020 le differenze di stipendi per uomini e donne

E´scattata in Islanda la legge, la piú severa al mondo, che impone a istituzioni pubbliche e private, aziende, banche e a qualsiasi datore di lavoro con piú di 25 dipendenti di assicurare pari retribuzione alle donne a pari qualifica con gli uomini. E Reykjavík, governata da una Grande coalizione a guida verde il cui premier è una donna, Katrin Jakobsdóttir, fa i primi bilanci. Molto resta da fare nei salti di carriera, dicono gli esperti, troppo pesante resta il predominio maschile in economia, ma il salto retributivo è una conquista e vantaggio innegabile.

La legge minaccia multe fino a 50mila corone islandesi (pari a circa 450 euro) per ogni caso personale di violazione dell´obbligo di parità retributiva a pari qualifica. Il governo di Katrin Jakobsdóttir ha concepito un´applicazione graduale della norma. Le piú grandi istituzioni e aziende hanno tempo fino al 2020, quelle piú piccole fino al 2025.

Differenze retributive dunque restano ancora. Ma sono scese da punte del 37 per cento a una nuova media del 10-12 per cento. Va aggiunto che negli ultimi anni, in risposta a proteste e pressing e a grandi manifestazioni di piazza e scioperi degli influenti movimenti femminili del paese nordico, 100 aziende avevano già proceduto a correggere gli squilibri retributivi. Il muro che resta è quello delle carriere alte dove gli uomini appaionio tuttora favoriti