Lettera aperta al Professor Ernesto Caffo, fondatore e attuale Presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus

dalla pagina Facebook “Chi colpisce una donna colpisce tutte noi” 24 febbraio 2018
Alla cortese attenzione del Professor Ernesto Caffo, fondatore e attuale Presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus, Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in qualità di membro dell’ufficio di presidenza del Comitato nazionale di garanzia per l’informazione sui minori e per l’attuazione della Carta di Treviso.
Lo scorso 19 febbraio una nota dell’Ansa così titolava: “Prostituta a 9 anni, arrestati genitori”, titolo ripreso successivamente da RaiNews ed emulato successivamente da La Sicilia: “Bimba di 10 anni “prostituta”, arrestati i genitori e due anziani”.
Eppure nella Carta di Treviso, un protocollo firmato nel lontano 1990 da Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono azzurro con l’intento di disciplinare i rapporti tra informazione e infanzia, è previsto tra l’altro che “nessun bambino dovrà essere sottoposto a illeciti attentati al suo onore e alla sua reputazione”.
Quel protocollo, altresì, annota un impegno comune specifico, volto a tutelare l’interesse dell’infanzia nel nostro Paese. I titoli e la modalità morbosa adoperata nella cronaca dei fatti citata conseguentemente ci sembrano non conformi a quanto prescritto e condiviso nella Carta di Treviso.
Da anni, nonostante gli impegni sottoscritti, assistiamo al permanere di una formula tossica e profondamente errata nel raccontare simili episodi, in palese violazione dei diritti fondamentali delle minori, meritevoli invece di una tutela privilegiata e specifica.
Il successivo 20 febbraio, dopo numerose proteste e segnalazioni al direttore, arriva la “correzione” del titolo della nota Ansa: “La fanno prostituire a 9 anni, arrestati i genitori”. Cosa c’è che ancora non va? Questi genitori in realtà hanno venduto la propria figlia a stupratori seriali e pedofili. Solo posta così sarebbe stato evidenziato l’orrore dell’accaduto e la natura di un abuso reiterato.
Invece, nonostante le correzioni, tutto sembra molto più blando, con il rischio di un effetto “normalizzazione” della violenza. Visto che nulla cambia da anni, ad oggi non è più sufficiente che un direttore si scusi per l’accaduto e corregga senza nemmeno riuscirci adeguatamente, a nostro parere. Riteniamo che questo non sia un atto di responsabilizzazione reale e siamo come dell’opinione che permettere la pubblicazione di questo genere di titoli ed articoli sia di per sé lesivo dei diritti dei bambini.

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«Prostituta a 9 anni»: il titolo indegno che rivittimizza le bambine – Cristina Obber

LETTERADONNA        19 febbraio 2018  Cristina Obber

A Palermo una coppia è stata arrestata perchè faceva prostituire la figlia, ma l’Ansa nel riportare la notizia usa un linguaggio improprio e carico di violenza.

Titolo Ansa del 19 febbraio: «Prostituta a 9 anni. Arrestati i genitori».
Manca una «i», perchè una bambina può al massimo essere prostituìta, subisce una scelta altrui. Non sceglie lei, attivamente, di fare la prostituta.
Una bambina sceglie di giocare, andare a scuola, guardarsi un cartone animato alla tv.
Il dizionario Treccani ci dice che «prostituta» è colei che «offre prestazioni sessuali a scopo di lucro». Le parole sono importanti perchè è – anche – attraverso le parole che esprimiamo il rispetto della persona. E chi fa giornalismo non può continuamente contraddire questo principio. Leggi il resto »

Risarcire una vittima di stupro con libri è accusarla di ignoranza

Corriere della sera – La 27 ora – 27 settembre 2016 – Cristina Obber

LA SENTENZA DEI PARIOLI
Risarcire una vittima di stupro con libri è accusarla di ignoranza
di Cristina Obber

In questi giorni si parla molto della sentenza relativa al giro di prostituzione minorile ai Parioli. Ne ho parlato con la dottoressa Maria Squillace, responsabile del centro abuso su minori di Reggio Calabria, che in più di vent’anni di attività ha incontrato centinaia di bambini e adolescenti.
Cosa pensa della sentenza che ha condannato l’adulto a donare alla ragazzina dei libri?
E’ grave che si affidi a lui un atto di rieducazione. Non c’è niente di più sbagliato. Stiamo giustificando l’abusante. E’ assurdo pensare di intervenire facendole fare cose che secondo noi sono risolutive. E davvero pensiamo che un libro può far riparare un trauma? Deve essere chiaro che qui c’è un trauma, che è quello del post-trauma da abuso, perché di abuso si tratta a 14 anni. Questa sentenza riporta la responsabilità sulla vittima, dicendole che se fosse stata consapevole della propria dignità non si sarebbe trovata in quella situazione. Sappiamo che a 14, 15 anni, il cervello non è completamente sviluppato nell’area frontale che è quella che definisce il controllo degli impulsi. Leggi il resto »

“Prostituzione minorile, non chiamiamole baby escort” di Pia Locatelli

da Il Fatto Quotidiano – 14 novembre 2013

Il modo in cui la nostra stampa ha trattato e sta trattando il caso delle ragazzine sfruttate come prostitute a Roma e a Milano è a dir poco disgustoso.

Vedere quello che è considerato il più autorevole quotidiano nazionale dedicare due pagine a una squallida vicenda, soffermandosi su particolari e dettagli della vita delle ragazze, per soddisfare la curiosità dei propri lettori e vendere qualche copia in più, è qualcosa che ha ben poco a che fare con il diritto di cronaca e bene ha fatto il Garante della privacy a richiamare i media al “più rigoroso rispetto della riservatezza delle giovani”. Leggi il resto »