I board in rosa fanno il successo delle imprese.

Mondo donna di Lara Venè

Ormai nel linguaggio comune vengono definite quote rosa. Ma è un modo discriminatorio perchè sembra si tratti di un meccanismo per assegnare una quota di posti alle donne (il genere “rosa”) a prescindere dal merito, dalle competenze e dalle capacità.

Invece le quote rosa hanno lo scopo di garantire la partecipazione equa di entrambi i generi. Per questo si stabilisce che una percentuale di posti sia destinata al genere sottorappresentato, che storicamente, è quello delle donne. Nella loro formulazione, queste norme non contengono il riferimento alle donne ma sono gender neutral, garantendo quindi in modo paritario i due generi. In politica, le quote sono definite attraverso regole legislative o costituzionali e norme stabilite all’interno degli statuti dei partiti, che fissano una percentuale minima per ogni genere nella composizione delle liste elettorali, con lo scopo di riequilibrare la presenza dei due generi nelle assemblee rappresentative, storicamente, a sfavore delle donne.

Leggi il resto »

Tutte le donne di Venezia 75. Dal MeToo al Red Carpet, le quote rosa protagoniste al Lido

Artribune  9 settembre 2018   Margherita Bordino

Non sono mancate le polemiche alla 75 Mostra del Cinema di Venezia. Dagli insulti a Jennifer Kent alla riflessione sull’assenza di donne registe. Eppure le quote rosa hanno trionfato.

Scandalo a corte, ovvero scandalo alla 75 Mostra del Cinema di Venezia. Era iniziata in questo modo la 75esima edizione, partendo da un’eco americana forse troppo radicale e stigmatizzata. È vero, nella Selezione Ufficiale di questo festival un solo film è diretto da una donna, The Nightingale di Jennifer Kent, ma la quota rosa c’è, c’è stata e si è fatta notare (e proprio per questo forse il premio più conteso è la Coppa Volpi per l’interpretazione femminile). La polemica della mancata o scarsa presenza delle donne registe in competizione ormai viaggia a passo svelto sin dal Festival di Cannes, ma accusare un direttore artistico è talmente riduttivo e inconsistente da dover puntare il dito su una questione ben più profonda: perché mancano donne registe? Oppure, perché i loro film non vengono prodotti? Questo però non riguarda la Mostra del Cinema, riguarda più che altro il sistema della macchina industriale e tecnica.

Il cast di Roma. ph. Irene Fanizza
Il cast di Roma. ph. Irene Fanizza Leggi il resto »

Siamo diverse ma tutte donne: alleiamoci

La Stampa 2 ottobre 2016 – Linda Laura Sabbadini
L’espressione «quote rosa» dovrebbe sparire dal nostro vocabolario. Non stiamo parlando di soggetti deboli che devono essere difesi e tutelati, ma di donne, competenti, forti, che pagano con l’esclusione la loro appartenenza di genere. Le norme che vogliamo, e che stiamo ottenendo con fatica, non sono in difesa delle «povere donne deboli», ma sono norme antimonopolio maschile.
Non mi stancherò mai di spiegarlo e oggi mi rivolgo anche alle donne che ancora non riescono a comprenderlo. Per esempio – non se ne dispiacciano – le sindache Virginia Raggi e Chiara Appendino. Un tempo la pensavo anche io così, e dicevo che la forza delle donne sarebbe stata tale da rovesciare da sola il monopolio maschile. Ma non è stato così, la storia ce lo ha dimostrato. Perché per farcela dobbiamo sempre essere le più brave? Perché molte rinunciano? Il motivo è chiaro: le barriere che vengono poste da parte maschile a difesa del proprio potere sono talmente alte che solo poche possono scalarle, e succede o per gentile concessione o perché sarebbe troppo scandaloso ostacolarle. E a volte neanche questo basta. Il fatto che Raggi e Appendino siano state bravissime e ce l’abbiano fatta, o che alcune di noi possano avere infranto il soffitto di cristallo, non vuol dire che tutte ci riescano. Leggi il resto »

Diventare leader, essere brave non basta

di Valentina Gualtierie Francesca Bergamante, www.ingenere.it del 07/04/2015
Le donne italiane si distinguono dai colleghi maschi per percorsi formativi più brillanti, ma quante sono quelle che nel mercato del lavoro ricoprono posizioni di comando?

Durante il percorso formativo le donne italiane risultano più capaci degli uomini. Nonostante ciò, come noto, il loro ingresso e la loro permanenza nel mondo del lavoro è decisamente più difficile. Per constatarlo è sufficiente osservare da un lato i voti scolastici che nei vari cicli d’istruzione sono sempre più alti per le donne – come anche la maggiore probabilità che la componente femminile ha di conseguire titoli universitari – dall’altro, all’opposto, i tassi di occupazione, i salari e le opportunità professionali che sono sempre più vantaggiosi per gli uomini.
Leggi il resto »

Diseguali per legge, di Elisa Pazè

Recensione di Alessandra Gallo, sociologa, SNOQ?Torino

Il volume di Elisa Pazè, diseguali per legge, rappresenta un ottimo esempio di come sia conciliabile l’analisi precisa e dettagliata delle leggi inserite nel nostro sistema normativo, con una scrittura accessibile anche ai non addetti ai lavori. Il linguaggio giuridico, tutt’altro che comprensibile ai più, viene sapientemente “alleggerito” nell’arco dell’intero volume, con il chiaro intento di far passare i concetti in esso racchiusi ben oltre gli addetti ai lavori e permettere ad una più ampia platea di lettori di riflettere sulle incongruenze insite nella nostra Costituzione in tema di uguaglianza di genere. Leggi il resto »