Occhi aperti sul genere La ricerca che funziona

In.genere   2 febbraio 2017     –   Barbara De Micheli

Gli ultimi dati di Horizon 2020 lo confermano, un approccio di genere fa bene a ricerca e innovazione

Ci sono buone notizie per la promozione della parità di genere nella ricerca scientifica in Europa. Secondo l’ultimo rapporto di monitoraggio di Horizon 2020 (H2020), il più importante programma europeo di finanziamento dell’innovazione e della ricerca, il 36,2% dei progetti finanziati negli anni 2014 e 2015 ha preso in considerazione la dimensione di genere nella definizione del percorso di ricerca e innovazione.

Può sembrare un dato non ancora soddisfacente ma è importante sottolineare che nella versione precedente del programma, l’FP7, i progetti attenti alla dimensione di genere sin dalla definizione del costrutto di ricerca erano solo il 2%.

Relativamente buoni anche i dati riferiti agli altri indicatori di genere, come mostra la tabella contenuta nel rapporto relativo ai primi due anni di implementazione del programma: il 35,8% del totale dei partecipanti – ricercatori e non ricercatori – è costituito da donne; le donne che coordinano progetti sono il 34,6% del totale, il 31,1% degli esperti registrati nel database del programma sono donne, il 36,7% degli esperti coinvolti nei progetti selezionati è costituito da donne mentre le donne raggiungono il 51,9% nei comitati di esperti che rappresentano un elemento a garanzia dell’eccellenza e della qualità della ricerca dei vari progetti.

Si tratta di risultati interessanti, soprattutto per il trend positivo che mettono in evidenza, frutto di una strategia precisa, che ha delineato un approccio di sistema alla promozione delle pari opportunità di genere nella ricerca, partito dalla definizione di obiettivi chiari e dal monitoraggio costante del loro raggiungimento, e difeso con determinazione dalle associazioni che si occupano di donne e STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) in Europa. Leggi il resto »

Ricerca. Cnr: per le donne è difficile fare carriera

Quotidianosanità.it – 16 aprile 2015 – Rita Viola

In Italia, nel settore della ricerca, all’inizio del percorso lavorativo si osserva una sostanziale parità numerica tra i ricercatori e le ricercatrici (52% vs 48%). Avanzando nella carriera, invece, le donne occupano soltanto il 24% delle posizioni apicali. Il ritratto fotografato nel volume Portrait of Lady curato da Sveva Avveduto e Lucio Pisacane dell’Irpps-Cnr

Nella ricerca, la presenza femminile in posizioni di rilievo e nelle sedi decisionali resta ancora bassa. Avanzando nella carriera, infatti, le ricercatrici occupano soltanto il 24% dei posti. Questi dati sono tratti dal volume Portrait of Lady, edito da Gangemi e curato da Sveva Avveduto, dirigente di ricerca dell’Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpps-Cnr), insieme al collega Lucio Pisacane. Leggi il resto »

Il cancro non è più un tabù E le donne sanno raccontarlo

Corriere della sera – La 27 ora — Maria Luisa Agnese

Film, libri e confessioni sul web: la cura condivisa

«La prima cosa che pensi quando ti dicono che hai il cancro è: morirò? La seconda: lo scrivo su Facebook oppure no? Ok, magari non è esattamente la seconda, ma il problema di quanto e se rendere pubblica una condizione su cui c’è ancora tanta paura arriva abbastanza presto». Così con un articolo sul «Post», Simona Siri, giornalista con molti seguaci su Facebook e Twitter ha deciso di fare coming out: «Mi è andata così bene che mi è venuta voglia di scriverlo. Persino su Facebook. O forse mi sono solo stancata di condurre una doppia vita, di stare attenta a quello che scrivo, di non poter neanche scherzare, sul cancro (sì può, vi assicuro che si può)». Leggi il resto »

Università: precarietà e smarrimento

In-genere  23 luglio 2014   –   Sabina Passamonti

“Ricercarsi” è uno studio della Flc-Cgil sugli atenei italiani. Una fotografia impietosa che ritrae una realtà fatta di migliaia di giovani ricercatori che non riescono a entrare a pieno titolo nel mondo del lavoro accademico. Metà di loro sono donne, percentuale che scende al 10 per cento se si guarda agli ordinari. Eppure, già 25 anni fa le ricercatrici erano il 40 per cento

Pubblicati i dati di uno studio realizzato per conto della Federazione Lavoratori della Conoscenza – Cgil (1) sugli addetti alla ricerca nell’Università italiana, attendiamo di leggere le valutazioni degli autori dello studio, attese per il mese di ottobre 2014. Leggi il resto »