La Repubblica 9 maggio 2020 – Jacopo Ricca
Il giudice ha imposto all’azienda di reintegrarla nel precedente posto: spostate l’autore delle avance
Trasferire la lavoratrice che denuncia le molestie sul luogo di lavoro è discriminatorio. I giudici di Torino hanno stabilito un importante precedente che potrebbe dare forza e convincere altre donne a non subire più abusi e comportamenti scorretti da parte dei capi, né avere timore a denunciarlo, non solo alle forze dell’ordine, ma anche solo all’azienda.
“L’impresa non è riuscita a provare in giudizio che il trasferimento della ricorrente fosse l’unico modo per sottrarla – doverosamente – al contatto con il molestatore, dato che analogo risultato poteva essere ottenuto trasferendo ad altra unità produttiva il superiore gerarchico autore delle condotte moleste” spiega nella sentenza del 7 maggio la giudice del lavoro, Lucia Mancinelli.
La donna, impiegata in una impresa di pulizie, organizzata in cooperativa, che ha diversi appalti a Torino anche per enti pubblici e che, ovviamente, per ragioni di riservatezza ha ottenuto di restare anonima, aveva segnalato che a fine 2019, nell’arco di un mese, era stata vittima di due gravi episodi di “molestie sessuali e altri episodi vessatori” da parte del suo capo squadra. Per cercare aiuto si era anche rivolta a uno studio legale ed è proprio da una lettera dell’avvocata Francesca Guarnieri che è partita la vertenza.