Siamo rimaste per qualche giorno incredule dopo aver visto il video di Grillo in difesa di suo figlio e aver sentito quelle parole. Ci ripromettevamo di fare un comunicato. Abbiamo letto questo articolo di Giorgia Serughetti su “Domani” del 22 aprile e lo facciamo nostro. Interpreta esattamente il pensiero del nostro Comitato.
Avete voluto la parità di diritti? Avete voluto scimmiottare l’uomo? Se questa ragazza si fosse stata a casa, se l’avessero tenuta presso il caminetto, non si sarebbe verificato niente».
È il 1978, quattro uomini vanno a processo per aver violentato una ragazza, ma a finire sul banco degli imputati è lei. Nelle aule di tribunale è nient’altro che la prassi, che però questa volta è portata alla conoscenza del grande pubblico grazie al lavoro di sei registe romane, con il documentario Rai Processo per stupro.
Il film è un thriller d’autore che gira attorno al tema della violenza e del corpo femminile, la storia di una vendetta dopo uno stupro subito. Valentina Lodovini (David di Donatello, Ciak D’Oro) interpreta Laura: una ex brigatista uscita da poco di prigione e sorella di Giulia. Alice Croci interpreta Giulia: disegnatrice di fumetti che, dopo essere stata abusata, decide di reagire.
qui il trailer
https://www.youtube.com/watch?v=rgnjksRyj9M
Il film è scritto e diretto da Alessia Di Giovanni e prodotto da CreativeComics con il sostegno di Film Commission Piemonte e Lombardia. Il film uscirà il 19 marzo
Si può uccidere due volte la stessa persona? Sì si può!
E’ quello che è successo a Desirèe Mariottini, una sedicenne stuprata e uccisa circa un anno fa a Roma, a cui non sono stati prestati soccorsi ed è stata lasciata morire in una tremenda agonia.
L’avvocata Maria Antonietta Cestra , difenditrice di Salia Yusif, uno dei quattro stupratori, ha infatti presentato nei giorni scorsi, durante l’incidente probatorio, una denuncia contro i genitori della ragazza per abbandono di minore.
Una notizia incredibile, uno squallido e misero espediente per cercare qualche sconto di pena, che rivittimizza gravemente la ragazza già morta e crea nuova sofferenza ai familiari.
Le parole che usa Yusif, ripetute in un’intervista dalla sua avvocata, mettono i brividi: «Se la ragazza quel giorno fosse stata in casa con i famigliari, io Salia Yusif non sarei in carcere»
Ritenendo deontologicamente scorretto il comportamento dell’avvocata, anche rispetto all’intervista rilasciata al TG3 , molte associazioni hanno inviato una lettera, il cui testo è stato predisposto dall’ avvocata Michela Quagliano del Foro di Torino, al Consiglio Nazionale Forense e all’Ordine degli Avvocati di Latina (albo nel quale è iscritta l’avvocata Cestra)
Le associazioni confidano che le Istituzioni, a cui si sono rivolte, tengano conto del ruolo anche sociale del difensore e dell’interesse verso la comunità che non deve mai venir meno e che assumano provveddimenti che siano da monito agli avvocati anche nei loro rapporti con i media.
Questo il testo della lettera:
Egregio Presidente,
Stimati Consiglieri e Consigliere del
Consiglio Nazionale Forense e
Egregio Presidente,
Stimati Consiglieri e Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di
Latina
ci permettiamo di segnalare il comportamento
dell’Avvocata Maria Antonietta Cestra,
iscritta all’ Ordine degli Avvocati di Latina, e difenditrice dell’imputato
Yusef Salia accusato insieme ad altri coimputati della violenza sessuale e
dell’omicidio della minore Desiré Mariottini; abbiamo appreso dai media –
quotidiani e televisione – che la professionista ha sporto denuncia contro i
genitori per abbandono di persona incapace.
Ci rivolgiamo a Codeste Istituzioni che
rappresentano l’Avvocatura e ne garantiscono la dignità ed il decoro affinché
valutino se il comportamento professionale dell’Avvocata sia rispettoso delle
norme deontologiche – anche quelle relative ai rapporti con la stampa – e se
non configuri un abuso del diritto e del processo.
Nella convinzione che la professione forense
svolga una funzione sociale e risponda ad un alto interesse della comunità, che
i doveri di lealtà, verità ed onore cui ogni avvocato si impegna siano
strumentali ai fini della giustizia, non possiamo esimerci dall’osservare, nel
ruolo anche culturale che ci è proprio, come la denuncia presentata dall’Avvocata
– che l’ha rivendicata come battaglia di verità – rappresenti una
rivittimizzazione della parte offesa, colpendola attraverso l’uso di stereotipi
di genere e trasformandola da parte offesa ad accusata.
Nel caso di specie la strumentalizzazione del
processo appare vieppiù evidente laddove modificherebbe la responsabilità, né
alleggerirebbe la posizione processuale degli imputati; al contrario, la
denigrazione della vittima del reato – con offese che, lo si ribadisce, sono
relative al genere – contribuisce a rafforzare la cultura discriminatoria e
certamente non favorisce l’emersione della violenza verso le donne.
Ci rivolgiamo a Codeste Istituzioni affinché
in questa prospettiva stigmatizzino tale comportamento ed applichino, laddove
ritenuto equo, le sanzioni reputate opportune, allo scopo di salvaguardare
principi e valori costituzionali propri dell’Avvocatura.
COORDINAMENTO NAZIONALE SENONORAQUANDO?
ASSOCIAZIONE D.I.RE DONNE IN RETE CONTRO LA VIOLENZA
DIFFERENZA DONNA ONG
UNIONE DONNE IN ITALIA
DONNEXDIRITTI NETWORK
RETE PER LA PARITA’
AGEDO NAZIONALE
CASA DELLE DONNE DI TORINO
I SENTINELLI DI MILANO
DONNEINQUOTA
TOPONOMASTICA FEMMINILE
ANARKIKKA
ASSOCIAZIONE DIRITTI D’AUTORE
UDI – NAPOLI
AGEDO MARCHE
COORDINAMENTO DEI CENTRI ANTIVIOLENZA DELLA REGIONE PUGLIA
SNOQ? SAN DONÀ DEL PIAVE
INTERSEXIONI
ARCIDONNA ONLUS
POLIS APERTA
GAYNEWS E GAYNET
WOMEN’S MARCH ROME
MANDEN DIRITTI CIVILI E LEGALITA’
ASSOCIAZIONE FEMMINILE MASCHILE PLURALE – RAVENNA
ASSOCIAZIONE ROSE ROSSE DI CASTEL MAGGIORE – BOLOGNA
ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO CODICE ROSSO – SCICLI
ASSOCIAZIONE FALLING BOOK
PERLEDONNE – ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO – IMOLA
ASSOCIAZIONE VOCE DONNA – CASTROCARO TERME
DEMETRA DONNE IN AIUTO CENTRO ANTIVIOLENZA – LUGO
ASSOCIAZIONE EMILY- PALERMO
TIME FOR EQUALITY
LIBEREDONNE
FALENABLU
ONE BILLION RISING- LIVORNO
UN’ALTRA IDEA DI MONDO
STONEWALL
DONNEINRETE
DONNE PER LA DIFESA DELLA SOCIETA’ CIVILE
ASS.FEDERICO NEL CUORE ONLUS
CENTRO STUDI E
DOCUMENTAZIONE PENSIERO FEMMINILE APS
SPAZIO DONNE DELLA CASCINA ROCCAFRANCA -TORINO
CENTRO D’ASCOLTO DEL DISAGIO MASCHILE E PREVENZIONE DELLA VIOLENZA ALLE DONNE DELL’ASS. CERCHIO DEGLI UOMINI.
DIVERSITY
CIRCOLO DI CULTURA OMOSESSUALE MARIO MIELI
GIRAFFA ONLUS BARI
Segnaliamo il link dell’intervista all’avvocata Cestra
Condivido la lettura che è stata fatta da Raffaella Calandra in questo articolo della sentenza della Cassazione su uno stupro di gruppo che tanto ha fatto discutere in questi giorni, sia sui social, sia all’interno di associazioni che trattano il dramma della violenza.
Noi, come Snoq Torino, non abbiamo commentato questa sentenza, perchè prima di tutto le sentenze vanno lette e capite. Ed è necessario avere anche gli strumenti per saperle leggere. Così come non ci si improvvisa chirurgo, non ci si improvvisa giurista.
Sappiamo bene poi che spesso l’informazione passa attraverso articoli e titoli troppo sensazionalistici e fuorvianti.
E’ innegabile però che ci sono state alcune sentenze, specialmente nell’ultimo periodo, che ci hanno lasciate sconcertate per l’interpretazione che è stata data sui comportamenti sia della parte offesa che dello stupratore e violentatore.
Quello su cui dissento su questo articolo è che sì io credo che alcuni giudici si lascino influenzare da stereotipi sessisti perchè tutta la società ne è permeata e perchè anche chi lavora su questi temi da tanto tempo a volte cade nella trappola del pregiudizio anche senza rendersene conto.
Rimane il fatto che è auspicabile che sia la magistratura, giudicante e inquirente, sia chi fa a vario titolo informazione,sia formato adeguatamente sul fenomeno della violenza così come succede per le Forze dell’Ordine, per i medici dei pronto soccorso, per gli avvocati e le avvocate che per esempio in Piemonte hanno la possibilità di seguire corsi di formazione che l’Ordine degli Avvocati di Torino, insieme alla Regione Piemonte, organizzano ogni anno.
Corriere della sera – La 27 ora 26 maggio 2018 – Elena Tebano
«Possessione da sacro fuoco di #Metoo», l’ha chiamata l’avvocato di Harvey Weinstein venerdì, quando l’ormai ex produttore si è consegnato alla polizia di New York che l’ha arrestato con l’accusa di aver stuprato due donne. Una definizione carica di disprezzo, e il primo passo di una strategia difensiva che mirerà probabilmente a dimostrare come quel movimento abbia «confiscato» — parole sue — il caso. Vista la mole di accuse contro Weinstein c’è da dubitare che ci riesca, ma su una cosa l’avvocato ha ragione: il movimento #Metoo ha un ruolo in questa vicenda.
Difficilmente senza quel risveglio globale di consapevolezza, Weinstein sarebbe finito in un’aula di tribunale. È un risveglio che riguarda in generale i diritti delle donne: le denunce delle attrici di Hollywood sono state sì rese più potenti dalla macchina di sogni che è l’industria dello spettacolo, ma hanno trovato vasta eco nell’esperienza delle donne degli Stati Uniti, d’Europa e di molte parti del mondo.
Se quella scintilla ha potuto accendere un «sacro fuoco» è perché le donne, quasi ovunque, erano pronte.