Corpi politici

Corriere della sera La 27 ora – 13 luglio 2020 – Manuela Manera

in copertina: Pier Luca Cetera per la mostra che nel 2018 festeggiava i 10 anni di Casa Sponge a Pergola (PU)

In questi giorni è in corso un dibattito all’interno del mondo femminista. È un dibattito in differita, costruito a colpi di articoli su varie testate giornalistiche, comunicati stampa, interventi su blog e social. A portarlo alla luce è stato il ddl Zan. Non ci si scandalizza ovviamente per il confronto in sé o per la diversità di posizioni; l’universo femminista da sempre è stato ed è e sarà variegato e plurimo, è un oceano con molte correnti. È anche questa la sua ricchezza, è proprio dal pungolo di prospettive differenti che si amplia la propria visione. Quel che disturba in tutto questo, però, è che nell’osteggiare il ddl Zan di fatto si ostacola un passo in avanti da un punto di vista legislativo.
Si tratta, infatti, di integrare una legge già esistente, la legge Mancino (che, come si sa, punisce non le opinioni ma i discorsi d’odio, le discriminazioni e le violenze perpetrate “per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”), aggiungendo anche motivi “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”.

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Terzo sesso. L’Alta corte tedesca chiede la legalizzazione. La decisione del Parlamento entro la fine del 2018

Quotidiano.sanità.it  8 novembre 2017

Entro la fine del 2018 il Parlmento tedesco dovrà decidere se legalizzare “il terzo sesso”. La richiesta, avanzata dalla Corte Costituzionale, farebbe della Germania il primo Paese europeo in grado di offrire una terza opzione al momento dell’identificazione all’anagrafe. Una situazione che è già realtà in Australia, India, Nuova Zelanda e Nepal. 

Riconoscere legalmente il “terzo sesso”. È la richiesta avanzata dalla Corte Costituzionale tedesca al Parlamento. Una richesta che, se dovesse ottenere una risposta positiva da parte delle istituzione, trasformerebbe la Germania nel primo Paese europeo in grado di offrire alle persone intersex la possibilità di non identificarsi all’anagrafe né come donne, né come uomini. Un cambiamento che, stando ai dati diffusi dalle Nazioni Unite, riguarda una percentuale della popolazione compresa tra lo 0,05 e l’1,7%.

“Siamo davvero felici e senza parole. Si tratta di una piccola rivoluzione nel mondo del gender”, ha scritto su Twitter il gruppo di attivisti Third Option. Una rivoluzione simile è già avvenuta in Australia, India, Nuova Zelanda e Nepal.

La Germania oggi 
La legge attuale consente ai bambini nati con peculiarità di entrambi i sessi di scegliere se essere maschi o femmine. Una formulazione che non obbliga i genitori a fare una scelta prematura, talvolta chirurgica, per i loro figli.

La decisione del Parlamento, chiamato a legiferare sul “terzo sesso”, dovrà arrivare entro la fine del 2018, così come precisato dalla Corte di Karlsruhe.